Nero e argento by Roberta
Summary: Sunnydale, inizio della 4 stagione di BTVS. Avete presente lo Spike innamorato, devoto ed innocuo della sesta stagione? Beh, scordatevelo! Questo Spike è ancora privo di chip, furioso con Buffy, ed estremamente pericoloso, in caccia della sua terza cacciatrice…e, un giorno, grazie alla gemma di Amara, la sua infinita lotta con Buffy raggiunge un inatteso punto di svolta…
Categories: NC-17/Hardcore Characters: None
Genres: Romance, Angst
Warnings: Adult Language, Sexual Situations, Rape
Challenges:
Series: None
Chapters: 4 Completed: Yes Word count: 20237 Read: 5647 Published: 03/28/2005 Updated: 03/28/2005

1. 1 e 2 2 by Roberta

2. 3 - 7 by Roberta

3. Parte 1 - cap. 8; parte 2 - cap. 1 - 3 by Roberta

4. Parte 2 cap. 4 - fine by Roberta

1 e 2 2 by Roberta
NERO ED ARGENTO




Autore: La colpevole sono sempre io, Rogiari2001
Sommario: Sunnydale, inizio della 4 stagione di BTVS. Avete presente lo Spike innamorato, devoto ed innocuo della sesta stagione? Beh, scordatevelo! Questo Spike è ancora privo di chip, furioso con Buffy, ed estremamente pericoloso, in caccia della sua terza cacciatrice…e, un giorno, grazie alla gemma di Amara, la sua infinita lotta con Buffy raggiunge un inatteso punto di svolta…
Spoiler: Sino a “The Harsh light of day” (4^ stagione). Da quel momento, diventa un AU (universo alternato). Per ragioni narrative, si fa qui solo un implicito accenno all’Iniziativa, si alterano le modalità dell’abbandono di Willow da parte di Oz, e si modifica la tempistica dei primi incontri tra Willow e Tara.
Shipper: B/S, e W/T ai primordi
Rating: vietato ai minori di 18 anni. Babies stay away! Si parla di temi adulti e si usano brutte parole. Perciò, via!
Disclaimer: Tutto di Joss Whedon, ME, e quant’altri lo possiedono e NON lo trasmettono…
Feed – back: sempre super gradito a rogiari@fastwebnet.it





Nel nero della notte, già si intravede l’argento dell’alba.



PARTE PRIMA.
LA NOTTE PIU’ BUIA.


Prologo.


Di notte, i suoi capelli scintillavano come fili d’argento.
Ma di giorno, tutto nel suo apparire sbiadiva, si addolciva. “Concentrati, Buffy!” si disse la cacciatrice. Non poteva lasciarsi sviare dalle apparenze. La lotta era ancora più dura, ora: lui possedeva la gemma di Amara, che gli consentiva l’invulnerabilità e la resistenza al sole. Ed anche se, apparentemente, nel campus dell’università, sotto il sole, sembrava un ragazzo come molti altri, meno pericoloso di altri, lei sapeva che questo era un combattimento all’ultimo sangue.
Il suo.
Buffy cominciò ad avere paura. Conosceva bene la tecnica di Spike. Era forte, fortissimo…poca finezza, forse, ma un coraggio senza pari, e nessuna reticenza ad usare le mosse più astute, i colpi più audaci.
Doveva togliergli l’anello. Doveva riuscirci!
Ma le sue parole beffarde, quella sua innata capacità di colpirla al cuore con il suo sarcasmo, rovesciandole addosso insulti ed asprezze e verità su suoi fallimenti come donna, sulla sua sfortuna in amore, erano armi più affilate e potenti dei suoi calci e dei suoi pugni.
Lì, sotto il sole, Buffy e Spike combattevano per la loro vita, e non c’era arma proibita.
Compresa la verità.
Spike la fissò, asciugandosi con la mano il sangue che lei gli aveva provocato con un calcio sulla bocca. E poi sorrise.
“Scommetto che riuscirei a farti aprire le gambe anch’io. Cosa credi che ci vorrebbe? Qualche bella parola? Far finta di leggere Sartre? Con l’idiota ha funzionato…”
Buffy si gettò contro di lui, immobilizzandolo a terra, ansimando per lo sforzo. Ma lui continuava a ridere…
“Non verrei a letto con te neppure se ne andasse di mezzo la mia vita” disse lei, fissandolo con odio. “Per nessun motivo al mondo. Del resto, tra breve sarai cenere!”
Avvantaggiato dal suo furore, e dalla gemma che gli garantiva una forza sovrumana, Spike rovesciò le loro posizioni.
Quando fu comodamente su di lei, tra le sue gambe, in un’insostenibile, beffarda parodia dell’atto d’amore, la guardò con un’espressione che rasentava la tenerezza.
Buffy lo fissò, incapace di articolare parola. Non si era mai resa conto di quanto fossero azzurri, e letali, i suoi occhi.
Non conosceva nessuno che avesse occhi di quel colore. Lui la guardò, quasi con…rimpianto.
“Mi spiace, baby. Sai cosa dicono? A volte, è il momento che è sbagliato”
Lei chiuse gli occhi. Sapeva che l’avrebbe fatto. Probabilmente, le avrebbe spezzato il collo. Le aveva promesso una morte rapida. Dio, doveva essere così. Signore, fa che sia così.
Invece, Spike tuffò il volto verso il collo di lei.




Il dolore per la penetrazione dei suoi denti nella sua pelle candida era sordo, soffocato dal violento rumore del battito del suo cuore. La stava dissanguando. Il suo cuore batteva sempre più piano, sempre più lentamente, e lui stava bevendo la sua linfa vitale come aveva fatto Angel, pochi mesi prima…e come pochi mesi prima, una strana, ineffabile sensazione avvolse Buffy.
Sapeva che stava per morire. Ma in quel momento confuso, preda di quella inaudita violenza, era come se il suo corpo stesse per raggiungere un apice misterioso, lontano eppure raggiungibile, ineffabile eppure dolcissimo. Qualcosa che non avrebbe saputo nominare.
Quella sensazione si spense nel raggiungimento di un’emozione che altrimenti non avrebbe saputo definire se non estasi. E questo addolciva un po’, in quell’istante, l’acuta delusione per il suo fallimento definitivo, come donna e come cacciatrice. E quando quella sensazione fosse passata, beh…lei sarebbe stata morta. E non le sarebbe più importato nulla.
Spike sorrise, tornando alle sue sembianze normali e tenendola tra le sue braccia, completamente abbandonata a lui. Chiunque fosse passato di lì, non avrebbe potuto che pensare ad una coppia di giovani innamorati. Si asciugò con la mano le labbra ancora sporche di sangue. Il corpo di lei era esanime come quello di una bambola spezzata, ed il suo cuore aveva ormai quasi smesso di battere, ma lei non aveva perso conoscenza. E lei, lo sapeva, aveva conosciuto l’estasi.
Spike prese la gemma, e con quella si tagliò il polso destro. Appoggiò il suo polso alle labbra esangui di Buffy. Lei scosse lievemente il suo capo, nel suo estremo tentativo di fuga, e di rivolta. Ma Spike le tenne la testa ferma, e la costrinse a bere.
E Buffy bevve. E, Dio la perdonasse, conobbe nuovamente l’estasi.



1. Nella cripta.

Ancora intontita, Buffy si svegliò da quello che era sembrato il più lungo e più buio sonno della sua vita. Sbattendo gli occhi, non riconobbe il luogo. Una debolezza estrema le invase le membra, e nella bocca sentiva uno strano gusto metallico, che le dava i brividi.
Aveva fame.
“Shh” le disse Spike, alzandosi dalla poltrona in cui l’aveva osservata mentre il suo corpo completava misteriosamente la transizione ormai inevitabile tra la vita…e la non morte. “Non ti muovere. Sei ancora debole”
Buffy aprì la bocca per parlare, ma non vi riuscì. Ricadde sul cuscino, nel grande letto dalle lenzuola di seta viola, troppo esausta.
Era ancora vestita. Spike, sorridendo, si avvicinò a lei e le tolse i jeans.
Buffy lo guardò senza capire.
Doveva essere morta, no? Quello era ciò che ricordava. Il combattimento. Il suo lento, terribile dissanguamento.
Spike le tolse anche il pullover ormai sporco, e quindi la camicia. Quando le dita di lui si tesero verso la chiusura del reggiseno, Buffy ebbe un sobbalzo involontario.
“Ti chiederai cosa sto facendo” le disse il vampiro, di buon umore. “Semplice, ti sto spogliando”
Lo sguardo di Buffy lo seguì mentre lui faceva lo stesso con i suoi slip di cotone. E poi, rabbrividì sotto il suo sguardo avido.
“Ti starai chiedendo ‘perché’?” le disse ancora Spike, cominciando a spogliarsi a sua volta. Lei annuì, la bocca troppo stretta per parlare. “E’ presto detto” le rispose lui. “Perché ho voglia di tenerti tra le mie braccia. E siccome sono un tipo all’antica, voglio tenerti nuda. Voglio sentire il tuo corpo contro il mio, senza impedimenti, senza ostacoli. Lo vuoi, tu?”
L’orrore passò nello sguardo ancora confuso di Buffy. Eppure, quando lui fu a sua volta nudo e si stese contro di lei, lei non reagì. Il Cielo la perdonasse, ma non riusciva a trovare nemmeno un'oncia della forza necessaria a respingerlo.
”Buona” le disse lui. “Non ti voglio fare del male. Andiamo, non è come se tu non l’avessi fatto mai. E’ che dobbiamo celebrare il nostro legame….io sono il tuo sire, e la cosa più ovvia è che tu diventi il mio childe in tutto e per tutto…e quanto prima possibile”
Buffy scosse il capo, annichilita. Il suo sire? Allora, l’aveva vampirizzata?
“Su, forza. Vedrai che non sarà così male” le disse lui, sempre gioviale. Inorridita, Buffy sentì il suo corpo cedere, incapace di ribellarsi. Spike la guardò a lungo “Non è che tu non sia abbastanza bella per rendermi la cosa difficile…al contrario…”. Cominciò piano ad accarezzarle con le labbra il bel viso, mortalmente pallido, la linea netta del suo mento, il suo dolce collo ancora macchiato dalla ferita lasciata dai suoi denti, e poi, infine, la sua bocca. Il suo bacio, quando giunse, fu dolce e tenero, eppure sensuale come mai nulla prima. La sua lingua scivolò piano nei recessi della bocca di lei, accarezzandola. Buffy ebbe un gemito e rispose.
“Così, brava” le sussurrò lui, con quella voce profonda che le faceva sempre correre un brivido lungo la schiena. Non era quello il momento di ricordarle che lei, poche ore prima, aveva dichiarato che mai e poi mai avrebbe diviso un letto con lui: era abbastanza intelligente da capirlo. Non intendeva forzarla, non quando il suo istinto gli gridava che lei sarebbe presto venuta da lui di sua propria volontà.
Mentre continuava a baciarla, la mano sinistra del vampiro scivolò sul suo seno, e lo accarezzò sensualmente, strofinando tra due dita prima una, e poi l’altra punta. Buffy continuò a gemere. Era come se le sue carezze stessero riportando una qualche forma di vita nelle sue membra infreddolite. Era come se lei stesse lentamente tornando a vivere.
La mano destra di Spike lasciò il suo seno per tuffarsi sensualmente tra le sue cosce. Buffy ansimò. Ed ebbe il primo sconcertante pensiero della serata.
Quell’idiota di Parker l’aveva presa prima ancora che lei fosse debitamente eccitata, e le aveva fatto male.




“Si sta riprendendo” pensò Spike, come leggendole nel cervello. Non sapeva cosa aspettarsi: se la furia della cacciatrice, o la perversa dolcezza di una vampiressa. Sapeva che lei stava cambiando. La sua vecchia personalità, Buffy Anne Summers, stava per lasciare il posto a qualcosa di nuovo ed inatteso. Imprevedibile.
Beh, a lui piacevano i rischi. Altrimenti, non l’avrebbe mai presa tra le braccia ora. E senza Gemma di Amara al dito.
“Non fermarti” disse lei, ed erano le prime parole da che aveva ripreso conoscenza.
Lui stette al gioco. Se fosse stata solo una strategia per sorprenderlo, e ficcargli un paletto nel cuore, beh, l’avrebbe scoperto un istante troppo tardi. Beh, il giocoera più interessante quando le probabilità erano tutte a suo sfavore.
Ma Buffy allargò le gambe per consentirgli un miglior accesso, e lui la accontentò lasciandole scivolare dentro prima uno, poi due dita. Lei ansimò più forte, e si strinse a lui, schiacciando il suo morbido seno contro il suo petto duro, lasciando scivolare le mani sulla sua schiena, e più in giù, traendo sangue con le sue lunghe, curate unghie.
Mentre lui scopriva la perla della sua femminilità, indugiando con le dita dentro di lei per aprirla e prepararla, Buffy chinava il capo per raggiungere con la bocca le ferite che le sue stesse dita avevano lasciato.
Aveva bisogno del suo sangue.
Spike sorrise.
“Aspetta” le disse. “Prima il sesso, poi il sangue. Così, rafforzeremo il nostro legame”
Lei annuì. Ancora ebbra del sapore del suo sangue che le macchiava le labbra, spostò il capo appena e lasciò scivolare le labbra sul suo membro.
Spike sussultò. “Oh, Buffy…”sussurrò, incredibilmente eccitato dal tocco morbido eppure inesperto della sua bocca.
Lei fece tutto quello che le avevano raccontato le sue amiche, ed anche qualcosa che aveva letto nei libri che leggeva di nascosto a sua madre.
“E’ la prima volta che fai questo?” le chiese Spike, compiaciuto. Buffy annuì, strappandogli un gemito ed un sorriso.
Lui si chiese come mai lei non avesse sperimentato prima questo genere di intimità. Poi, si diede da solo la risposta. L’Idiota non aveva voluto né turbarla, né spaventarla, e quanto a quello stupido ragazzetto di Parker, c’era da stupirsi che fosse riuscito a centrare l’obiettivo minimo.
E poi, Spike non si chiese più nulla, perso nella sensazione setosa della sua bocca, e della sua intimità che si stringeva appassionatamente intorno alle sue dita.
Lei teneva le palpebre abbassate sugli occhi, ed il suo sguardo verde era più indecifrabile che mai. Incapace di resistere lontano da lei, Spike la prese tra le braccia e la fece distendere sotto di sé. Buffy lo guardò con quell’espressione lontana, da giocatrice di poker.
Davvero, il loro gioco era appena iniziato.
Entrò in lei, che era soffice e pieghevole come un giunco, con una sola lunga, prolungata spinta. Lei sollevò i fianchi per venirgli incontro, e Buffy si sentì come cera fusa, pronta a modellarsi per accoglierlo al meglio. I suoi pensieri, in quell’alba di tenebra, all’inizio di quella sua nuovissima non – vita, erano scuri e confusi come inchiostro. In quell’istante, sapeva solo che il suo corpo adorava quello che lui le stava facendo. E che qualunque tenebrosa passione l’avesse invaso, bene, si era impadronita anche di lei.
“Spike…” mormorò lei, con un’espressione improvvisamente sofferente.
Lui si fermò di colpo. Non intendeva farle del male. Non più.
“Io…sento che sto per morire”
Spike scoppiò a ridere, e le vibrazioni del suo corpo acuirono la sensazione che si stava raccogliendo nel ventre di Buffy, al punto di renderla quasi dolorosa.
“No, amore, non stai per morire. Stai per venire”
Mentre le sue spinte diventavano più lunghe e decise, Buffy ansimò, dimenticando quello che la ragione le stava dicendo, e cioè che lei non aveva più bisogno di respirare. Spike allungò una mano, facendola scivolare tra i loro corpi, ad accarezzare il centro del suo piacere.
E poi, lei morì.
Spike capì che era la prima volta che Buffy sperimentava un orgasmo, provocato dal sesso anziché dal morso di un vampiro. E ne fu assurdamente fiero.





“Lo sapevo che non eri molto esperta” disse dopo, accarezzandole i setosi capelli dorati mentre lei socchiudeva gli occhi. Erano mollemente distesi sul grande letto, dai cortinaggi color ametista, e nessuno dei due sembrasse avere fretta di muoversi. Buffy rifletté che Angelus aveva detto la stessa cosa, le sembrava secoli prima. Ma Spike intendeva questo come un complimento. “E’ stato bello proprio per questo. Sei ancora innocente. Malgrado Angelus, malgrado tutto. Sarà meraviglioso insegnarti tutto. Sei un’allieva fantastica”
Buffy non rispose. Ciò non le dava alcun calore. Il mondo era freddo, stranamente incolore. Era questo che voleva dire perdere l’anima?
Buffy se lo chiese, mentre lui continuava ad accarezzarla con sovrumana tenerezza. Non aveva mai avuto un amante così sensuale ed insieme così tenero. Angel aveva avuto paura di turbarla…e Parker era un imbecille.
Buffy non sentiva alcun desiderio di uscire nel mondo ed uccidere, cacciare. Non provava sentimenti d’odio per sua madre, per Giles, per i suoi amici.
A dire il vero, non riusciva proprio a provare sentimenti. Non sapeva se questo fosse un risultato dello choc subito, oppure, semplicemente, della sua vampirizzazione. Nella sua mente esisteva come una coperta tesa, come nel film “Accadde una notte”, tra il bene ed il male. Il bene andava perseguito, malgrado tutto. Il male era un buco nero dai difficili confini. Il male, in quel momento, aveva le sembianze di quel vampiro biondo che ora, la pelle nuda contro la sua, la teneva teneramente tra le braccia.
Ma anche questo, nonostante tutto, la lasciava singolarmente distaccata.
Gli occhi di Buffy cercarono di abituarsi al buio. Sorprendentemente, vedeva meglio di prima. Erano dunque questi i doni della vita oscura? Vedere meglio, sentire meglio….non soffrire?
Ma Buffy la cacciatrice sapeva sempre cosa doveva fare.
Lui non indossava l’anello. Dopo l’amore, od almeno quella parodia dell’atto d’amore che aveva appena avuto luogo tra di loro, lui era rilassato. Sembrava quasi contento.
Era vulnerabile.
Con uno scatto repentino, Buffy balzò dal letto, e si impadronì di uno dei suoi paletti, lasciati negligentemente dal vampiro accanto al letto.
Con un balzo, Buffy era a cavalcioni di Spike, la punta di legno premuta contro il suo cuore.

2. Il legame.


Spike respirò appena. Lei era su di lui, lo teneva prigioniero tra le sue cosce, bella e letale, gli occhi come smeraldi, ma sempre così freddi ed indecifrabili…
Le sarebbe bastato un gesto, e gli avrebbe reso pan per focaccia.
L’avrebbe polverizzato.
Spike scoppiò a ridere.
“Non puoi farlo” le disse piano, sollevando le mani ad accarezzarle sensualmente l’interno delle cosce. “Sono sicuro che non puoi farlo.”
“Ed io sono sicura che ti sbagli”
“E’ per questo che hai fatto l’amore con me?” le chiese, sbattendo le lunghe ciglia sui grandi occhi blu. “Per poi prendermi in un momento di rilassatezza postcoitale? Ti sbagli, mia cara. Hai sottovalutato l’entità del nostro legame”
“E tu hai sovrastimato le tua capacità amatorie” rispose lei, mentre il suo corpo traditore reagiva al tocco esperto delle sue lunghe dita.
“Non credo proprio” le rispose Spike, facendo scivolare la bocca sul suo seno, fino a catturare tra i denti uno dei suoi capezzoli, che subito si tese.
Bastò quello a far decidere Buffy. Non che prima avesse dei dubbi: il suo cervello, pur nella gran confusione che vi regnava, continuava a mandarle messaggi precisi circa ciò che andava fatto.
Perché è giusto.
Buffy posò il paletto sulla sua pelle, fino a scalfirla. Incurante della minaccia, Spike continuava a far l’amore con il suo seno, e con l’interno delle sue cosce.
“E’ finita” disse lei, imperturbabile.
Ma non ci riuscì. Il suo cervello non riusciva ad inviare il messaggio finale alla sua mano. Non riusciva a ficcare quel paletto nel cuore del vampiro.
Spike rise. Le tolse il paletto di mano, senza che lei riuscisse a costringersi a reagire, e la fece sdraiare a pancia in giù.
Le mise un cuscino sotto il bacino, e la coprì con il suo corpo. Buffy ansimò, mentre lui entrava in lei da dietro, con un’angolazione particolare che la tese e la riempì come mai prima. Mentre lui si muoveva, le sue mani si riempivano dei suoi seni morbidi. E lei non capì più niente.
Spike affondò i denti nel suo collo, e ne trasse il suo delizioso sangue. Poi, lasciò che lei girasse il capo, e facesse lo stesso con lui.
Buffy scivolò nella faccia della caccia senza neppure accorgersene. Il sangue di Spike era ancora più delizioso e corroborante di quanto ricordasse, e lui la lasciò bere fino a sentirsi girare la testa.
Sesso e sangue. Raggiunsero il piacere entrambi, un piacere tenebroso, scuro, per il quale Buffy non era mai stata preparata.





“Mi dispiace lasciarti” le disse Spike, allacciandosi la cintura dei Levi’s neri. “Ma devo cacciare. Sei troppo debole per cacciare anche tu. Ti nutrirò io”
Poi, si abbassò su di lei, e le baciò dolcemente le labbra. “Non è forse più piacevole, in questo modo?”
Buffy voltò il capo, di scatto. Era ancora piena di vergogna per il suo ennesimo fallimento. Aveva finalmente avuto l’opportunità di infilargli un paletto nel cuore, ed aveva fallito. Di più, non era fisicamente riuscita a sferrare il colpo. Era come se una forza misteriosa impedisse al suo cervello di fare del male a Spike.
Avrebbe voluto dire che lo odiava. Era di fatto il suo stupratore, nonché il suo assassino, anche se nel sesso, fino a quel momento, non c’era stata alcuna violenza.
Ma la verità era che non riusciva a provare nessun tipo di sentimento. Si sentiva spenta. Ed il piacere che lui le aveva donato era stata l’unica emozione vera sino ad allora provata.
“Ti porterò dei vestiti, Buffy” le disse lui, e poi si allontanò, con la sua solita camminata arrogante.
Era strano, ma Buffy non riusciva neppure a provare la solita rabbia.
Buffy si alzò dal letto, e si diresse verso un piccola, rudimentale doccia ricavata nel piano inferiore della cripta. Doveva togliere dal suo corpo i segni fisici del loro piacere. Dopo essersi lavata, si rivestì con le sue cose, scartò il maglione ormai inutilizzabile, e prese il paletto tra le mani. Avrebbe provato ancora ad infilarlo nel petto di quel bastardo, e ancora, e ancora…a qualunque costo. E prima o poi, lo giurò a se stessa, ci sarebbe riuscita.
Ma non ora. Prima, doveva recuperare le proprie forze e capire come avrebbe vissuto la sua vita d’ora in poi.
Poteva fuggire, chiedere rifugio a Giles. Era sicuramente un’opzione. Di cacciare, non se ne parlava neanche. Per ora, il forte sangue del suo sire aveva placato la sua sete, poi, si sarebbe rivolta al macellaio, così come faceva Angel.
Buffy si chiese se avesse ancora l’anima. Ma se lo chiese in modo teorico, astratto. Il pensiero non riusciva a comunicarle una grande emozione.
Era come se qualcosa si fosse spento in lei, e non solo il suo battito cardiaco ed il suo calore fisico.
Fino ad ora, aveva le seguenti prove del suo nuovo stato: scivolava facilmente nelle sembianze della caccia, non provava emozioni, adorava il sangue…
…ed adorava scopare.
Perché quello era scopare, e non fare l’amore. Lo sapeva. Sempre a livello teorico, naturalmente, perché anche quel pensiero non le comunicava alcuna emozione.
Stava ancora chiedendosi se era il caso di lasciare subito la cripta, oppure aspettare di aver ripreso le forze, quando qualcuno entrò nel livello superiore della cripta.
Né spaventata, né infastidita, Buffy salì la scaletta per andare in contro al nuovo venuto.
3 - 7 by Roberta
3. Harmony.


“Tu, qui?” esclamò Harmony, lasciando cadere per terra i sacchetti di una delle migliori boutique del centro, ed ondeggiando tra spavento e fastidio. “Hai polverizzato il mio Spikey? Ma non farai lo stesso con me, vero?”
Senza volerlo, Buffy assunse il volto della caccia. Harmony fece un passo indietro dallo stupore.
“Tu…tu sei un vampiro?”
Con uno scatto repentino, Buffy prese Harmony per il collo e la sbatté contro il muro umido della cripta. Era un piacere constatare che la sua forza di cacciatrice non fosse venuta meno.
“Bada a te, biondina” le sibilò, tenendole il paletto contro il cuore. “Iniziare da te non mi disturba affatto”
Harmony scoppiò a piangere.
“Non mi fare del male! Ti lascio Blondie Bear, se lo vuoi! E’ stato lui a trasformarti?”
La rabbia di Buffy, come era venuta, l’abbandonò. Ma giudicò più prudente tenere sempre l’altra vampiressa sotto tiro.
“Sì, è stato lui a vampirizzarmi. E tu sei abbastanza sfortunata da vivere con lui. Vorrà dire che pagherete entrambi”
E fu allora che qualcosa cambiò. Harmony passò dalle lacrime alle risate, con la consueta incongruenza.
Buffy sollevò gli occhi al cielo, esasperata.
“Non puoi toccarlo!” rise Harmony. “Se è il tuo sire, non puoi fare nulla! Esiste tra di voi un legame che non si può spezzare! Lotterai sempre per lui, e non riuscirai mai a sconfiggerlo”
Buffy rifletteva. “Angel, però, ha ucciso Darla. E lei era il suo sire”
“Ma Angel aveva l’anima”
“Ed io no?” chiese Buffy, più a sé che ad Harmony.
No, a quanto pareva no. Altrimenti, come spiegarsi la propria apatia morale?
“Ci hai già provato, vero?” le chiese Harmony. “E non ci sei riuscita. E scommetto che lui…”
“Mi ha portato a letto alla velocità della luce” disse Buffy, nel remoto tentativo di offendere la vampiressa bionda, ma senza tenerci davvero.
“Ehy!” reagì Harmony, mentre la gelosia distorceva i suoi bei lineamenti. “Spikey è mio!”
“Cinque minuti fa dicevi che potevo tenermelo” osservò distaccatamente Buffy.
“Era solo perché ero spaventata a morte!” esclamò Harmony con un’espressione drammatica. “E poi, non ti illudere. Io, te…siamo solo due facili scopate, per lui. Lui ama solo la sua preziosa Dorcas”
“Drusilla” corresse spassionatamente la Cacciatrice.
“Comunque sia. Non sa cosa farsene di noi. Portarci a letto, di tanto in tanto. Non vuole altro. E se tu vuoi restare…bene, me ne farò una ragione”
“Restare?” chiese Buffy. “Quello che farò non sono affari tuoi. Certo è che a me del tuo Spikey non potrebbe importarmene meno. Come di te. Anzi, credo proprio che ti polverizzerò…”
Una mano d’acciaio si strinse intorno al polso di Buffy. Lei si voltò, non troppo sorpresa di vederlo.
“Mi casa es tu casa, Harm” disse Spike, con un sorriso, mentre i suoi occhi, in quel momento freddi come ghiaccio, non lasciavano l’espressione imperturbabile di Buffy. “Nessuno ti farà del male, qui. Nessuno, a meno che tu non mi dia motivo di cambiare idea”
Buffy cercò di liberarsi della sua stretta, ma non ci riuscì. E non perché lui fosse più forte, ma solo per via di quel misterioso, assurdo legame di cui Harmony le aveva parlato…
“Non voglio che tu sia pericolosa per la piccola Harm, baby” le disse Spike, e prese da un mobiletto vicino un paio di manette. “Pensavo di usarle per qualche giochino particolare…ma credo che per ora ne farò un uso più convenzionale.”
Le ammanettò le mani, e quindi gliele bloccò al letto, dopo averla fatta distendere comodamente.
Poi, si rivolse ad Harmony.
“Ho visto che hai fatto degli acquisti” le disse Spike. “Mettiti in tiro, Harm, che andiamo a caccia. Al Bronze”
Lo sguardo di Buffy li seguì senza che sul suo volto trapelasse un’emozione.
Eppure, un barlume di sentimento si stava risvegliando in lei.
Solo, quale ennesima sconfitta, era più affine alla gelosia che all’odio.


4. Dieta liquida.


“Bevi” le disse Spike, avvicinandole alla bocca il boccale pieno di liquido color rubino.
Buffy, sempre ammanettata, voltò il capo dall’altra parte.
Harm, seduta poco distante di lì, sbuffò e si rituffò nella lettura della sua rivista di moda.
“Buffy” le disse Spike. “Ho fatto in modo che ci fosse del sangue fresco per te. Sangue umano. E persino Harm ha collaborato…se capisci cosa intendo. Ora, sei ancora molto debole. Ti sei appena trasformata. Bevi!”
Buffy lo fissò, senza lasciar trapelare nulla.
“Dannazione!” Spike lanciò uno sguardo ad Harmony. “Harm, sparisci. Io e la signora qui abbiamo delle cose di cui discutere”
Harmony lo fissò con odio. Ma era abbastanza furba da sapere quando fosse il momento di cedere, e così non fece storie, e si allontanò nella notte.
“La morte per inedia, per un vampiro, è la peggiore agonia che esista. Può resistere…quanto? Qualcuno dice settimane, altri mesi…forse, qualche anno, al massimo. Ma è un’agonia senza fine. Ti disseccherai lentamente, e non ci sarà altro posto in te che per il dolore.”
Buffy non rispose.
“Dimmi perché lo fai” le chiese Spike, dolcemente.
Lei lo fissò. “Non intendo nutrirmi di umani. Ciò che mi hai reso…non fa di me necessariamente una bestia”
Spike si distrasse, mentre con una mano le scostava ciocche di capelli dorati dal viso.
“Lo so. Nemmeno io lo sono”
Lei lo guardò di nuovo, affettando stupore.
“Libera di crederci o meno. Ho un’idea migliore”
Lei lo guardava, mentre lui le toglieva le manette e le scioglieva le mani. Mentre Buffy si strofinava i polsi per riattivare una circolazione che non credeva avrebbe ancora avuto, Spike cominciò a scioglierle i bottoni della camicetta.
“Sei gelosa per Harm?” le chiese, mentre la sua bocca scivolava sulla morbida pelle del suo collo, accarezzando con la punta dei denti i margini della ferita che le aveva lasciato.
Buffy voltò di nuovo il capo. Non avrebbe risposto a questa domanda per tutto l’oro del mondo.
Lui rise piano. “Lascia alle donne i loro segreti. Me lo diceva sempre, mia madre. Andiamo, Buffy. Sai che ti nutrirò. Dammi solo quello che voglio”
Lei sospirò, e lo accolse tra le sue braccia.
Non si erano più toccati dall’arrivo di Harmony, ma da quel che Buffy aveva capito, il vampiro non aveva toccato nemmeno lei. Non credeva le fosse fedele, anche se era stato un compagno sincero per Drusilla…semplicemente, Harmony probabilmente non gli interessava più. Gli piaceva di più il nuovo giocattolo.
Aveva senso stupirsene?
Dopo l’amore, lui mantenne la parola. Le porse il polso, e Buffy vi affondò i denti, traendo dal suo forte corpo tutto il nutrimento di cui aveva bisogno. Poi, Spike si lasciò andare contro i cuscini, e si accese una sigaretta. Lei gliela prese dalle mani, e ne trasse una boccata.
“Domani ti comprerò del sangue dal macellaio” le disse lui, e Buffy si accoccolò al suo fianco per dormire.
Avevano raggiunto una prima, fragile tregua.
Quando Harmony tornò, li trovò a letto, in silenzio. In pace.
E nel suo piccolo cuore di vampira giurò vendetta.





“Fammi capire perché la principessa, qui, non può cacciare come noi!” urlò Harmony, mentre Spike guardava la televisione e Buffy stava facendo una doccia. “Mi lasciate fuori tutto la notte, e voi ve ne state comodi comodi, al calduccio, a farvi le coccole…mi disgustate! Siete orribili con me!”
Spike sbadigliò. “Smettila, Harm.”
“No, non la smetto!” Harmony si posizionò tra il vampiro ed il video, le mani sui fianchi, e l’espressione decisa. “Adesso devi deciderti. O lei, o me”
“Harm” disse solo Spike.
“Sì, Blondie Bear?”
“Levati dalle palle!”
L’espressione indignata di Harmony non lo colpì minimamente. “Non puoi parlare seriamente! Dopo quello che siamo stati l’uno per l’altro! Dopo quello che ti ho dato”
“Non mi hai dato nulla che qualcuno non si fosse già preso.”
“Non che lei fosse vergine” replicò Harmony, acida.
“Non è questo il punto.” Spike si alzò, e la fissò. “Non ti ho mai promesso nulla. Non ci amiamo. Ti ho offerto un rifugio, questo, ed in cambio ci siamo scambiati un po’ di sesso. Basta. Finito. Ed ora, vattene, se non puoi sopportare la compagnia di Buffy”
“Quella ti prenderà il cuore e te lo farà a pezzettini!” urlò la vampiressa. “Io lo so come finirà. Ti ha gettato un organo addosso, ti ha costretto alla sedia a rotelle, ti ha di fatto separato dalla tua preziosa Dorcas…”
“Drusilla..” la corresse Spike.
“..ed ora completerà l’opera. Prima che tu te ne renda conto, sarai il suo schiavo, e penderai dalle sue labbra. E non capisco neanche il perché, non è un granché!”
“Harm” ripeté Spike, con voce minacciosamente bassa. “Vattene.”
“Perché lei sì, ed io no?” insistette la bionda. “Cos’ha che io non ho?”
“Un briciolo di cervello, maledizione!” sbottò Spike, prendendola per la gola. “Ed ora, Harm, vai via. Lei è più importante per me di te…se riesci a capirlo. Fattene una ragione”
Harmony stava piangendo. “Ma io ti amo!”
Spike la fissò. “Chi ha parlato d’amore? L’amore qui non c’entra nulla. Non c’entra con te, e nemmeno con Buffy. Un altro motivo è che lei è la mia childe, e tra noi c’è un legame che con te non esiste, e lo sai. E’ una questione di sangue”
“E’ una questione di uccello, e tu lo sai!” urlò irragionevolmente Harmony. “E del fatto che tu, come tutti gli uomini, ti lasci guidare solo da quello. E lei ti ha in pugno, te ne rendi conto? Sei patetico…”
“Harm, adesso basta” stanco ed annoiato, Spike la sollevò sopra la testa, e la buttò fuori dalla porta di accesso alla cripta, sbattendole quindi la pesante porta di mogano in faccia.
Buffy uscì dalla doccia, asciugandosi i capelli con un telo.
“C’era qualcuno? Ho sentito dei rumori…”
Spike non le rispose, servendosi invece del whisky, e Buffy si andò a sdraiare sul letto, l’espressione indecifrabile.


5. Vecchi amici.



“Allora, come va con la vita nel campus? Piena di eccitazione, immagino!” chiese Xander, mentre lui e Willow passeggiavano fuori dal Bronze. Oz si era recato a Monterrey con la sua band, e Willow si era consolata con un cappuccino al Bronze…con l’unica compagnia di Xander. Erano piuttosto inquieti per l’improvvisa sparizione di Buffy, ma Joyce era convinta di aver sentito la figlia parlare di una sua gita imminente a Los Angeles dal padre. Doveva essere così: Willow pensava che Buffy stesse cercando di dimenticare Parker immergendosi in un’orgia di acquisti nella grande città, grazie alla Visa di suo padre. Del resto, da quanto Buffy abitava nel campus, Joyce non aveva più molto controllo sulle sue attività.
“Uhm.” replicò Willow. “Se pensi che la cosa più eccitante che ho fatto per l’intera settimana è stato partecipare alla riunione delle Wicca dove si è parlato per l’intera serata del mestruo femminile…beh, puoi fartene un’idea”
“Nessuna notizia di Buff, ancora?”
“Nah. Sarà a Los Angeles a spendere e spandere. Ed intanto quel cretino di Parker sta già uscendo con la quarta ragazza da che l’ha lasciata”
“Certa gente non riesce proprio a realizzare le fortune che capitano loro”
“E tu ed Anya?” chiese Willow.
“E tu ed Oz?” replicò Xander.
“Non va benissimo” ammise Willow. “Ovvero, in una scala da 1 a 10….sette. Mi dice che mi ama un giorno sì e l’altro anche…ma è parecchio che noi…insomma…”
“Non fate più l’amore?” suggerì Xander.
“Già.” Willow arrossì, adorabilmente. “Dice che è molto impegnato con la sua band. I Dingoes suonano spesso fuori città…e poi c’è quella Veruca…”
“L’ammira professionalmente” cercò di consolarla Xander.
“Secondo me, l’ammira e basta” replicò Willow. “Non so…è come se ci mancasse qualcosa.”
“Willow…non ti sentirai ancora in colpa per quello che noi…l’anno scorso…”
Willow lo fissò. “No. Ma sento che posso avere di più da una relazione. Solo, non so dove cercare”
“Che patetici!” esclamò una voce alla loro spalle. “I gran perdenti!”
“Harm, vattene via” esclamò Xander, senza nemmeno voltarsi. “Possibilmente senza far danni”
“Tutti soli senza la loro grande amica Cacciatrice!” ribatté Harmony mettendosi le mani sui fianchi “Se volessi mangiarvi, nessuno vi proteggerebbe”
“Ci sappiamo difendere da soli, grazie” replicò Willow, tirando fuori dalla borsa a tracolla un crocifisso e dell’acqua benedetta. “Ehy” disse poi, aggrottando le sopracciglia “Come fai a sapere che Buffy non è in città?”
“Perché so dov’è” sorrise malignamente la vampiressa.
“E cioè?” replicò Xander.
“Nel letto di Spike. Nella sua cripta. Lui l’ha uccisa e l’ha vampirizzata, ed ora lei è il suo giocattolo”
Il crocifisso cadde di mano a Willow. Istintivamente, Harmony fece per raccoglierlo, e si bruciò la mano.
“Ben ti sta!” gridò Willow, mentre l’altra gemeva per il dolore, strappandole l’oggetto di mano. “Non ci posso credere!”
“Andate a vedere con i vostri occhi” commentò annoiata l’altra. “Terza tomba a destra nel cimitero di Restfield, dopo la Cripta dei Van Olsen. Quanto a me, lo spettacolo di Buffy e Spike che ci danno dentro mi ha già stancata”
Xander prese Harmony e la sbatté contro un albero, tenendole un paletto sul cuore.
“Giura che è la verità”
“Lo giuro” fece Harmony, sollevando le mani per lasciar vedere che non intrecciava alcun dito. “E’ come vi dico io. La vostra amica è diventata una di noi…e lei e Spike se la stanno godendo un mondo”
“Xan” lo fermò Willow. “Dobbiamo telefonare al padre di Buffy, scoprire se lei è la…e se così non fosse, parleremo con il signor Giles”
“Sì.” Xander scosse il capo. L’ipotesi sollevata dalle parole di Harmony era troppo orribile per essere contemplata. Non solo era inaccettabile l’idea che Spike avesse sconfitto ed ucciso Buffy…ma non si poteva credere che lei avesse accettato di dividere il suo letto, vampira o no.
Eppure, Jesse…quanto era cambiato, Jesse, il suo migliore amico, dopo il morso di Darla?
Negli occhi di Xander Willow lesse l’orrore…e la paura. Sapeva che il suo amico si stava chiedendo se ciò che Harmony andava dicendo fosse vero…e se questo avrebbe significato che, prima o poi, avrebbero dovuto affrontare una decisione impossibile.
Polverizzare o meno Buffy, già Cacciatrice di vampiri ed ora, una vampira lei stessa.




“Non posso crederci” mormorò Rupert Giles. Sollevò lo sguardo, nel suo piccolo salotto, per incontrare altre due paia di occhi preoccupati. Quelli di Willow e di Xander.
Un breve controllo presso Hank Summers non aveva fornito i risultati sperati. Non vedeva la figlia da settembre.
Per il momento, avevano deciso di non mettere a parte né lui né Joyce dei loro sospetti. Ma era evidente come bisognasse fare qualcosa.
“Neppure io, signor Giles” ammise Willow. “ E poi, lei e Spike si odiano. Posso capire se lui l’avesse violentata, ma dalle parole di Harmony pare di capire che…”
“…che lei, almeno ora, sia consenziente” aggiunse cupamente Xander.
“Del resto, se è una vampiressa…” ammise Rupert. “Lo sarà in modo estremamente originale. Ho letto qualcosa al riguardo, sui miei libri”
“E cioè?”
Rupert dominò il tono della sua voce. La sola ipotesi che la sua Cacciatrice fosse stata vampirizzata trapassava lui con un paletto nel cuore.
“In passato, alcune sette vampiriche hanno tentato di trasformare delle cacciatrici. I risultati non sono mai stati…notevoli. Le nuove vampiresse trattenevano la loro forza, ma anche qualcosa del loro spirito passato. Non l’anima forse, ma qualcosa di simile ad una coscienza. Ciò le metteva contro coloro che le avevano vampirizzate…e presto la loro nuova esistenza finiva”
“Se così fosse, abbiamo una speranza!” disse Willow. “Buffy non sarebbe malvagia…e si potrebbe persino tentare di fornirle un’anima, come abbiamo fatto con Angel. Ciò, però, ancora non spiega il legame con Spike”
“Dici bene, il legame” commentò Giles, cercando di mantenersi lucido, mentre il suo cuore sanguinava. “Il legame tra Sire e Childe è pressoché indistruttibile. Se lui l’ha trasformata, lei lotterà contro di lui…e soccomberà”
“Forse, è per questo che gli sta cedendo, momentaneamente” ragionò Xander. “Starà cercando di recuperare le sue forze”
“Può darsi. In verità, non si sa molto della natura e della forza di questo legame. Credo che non ci resti che…verificare di persona.”
“Adesso?” chiese Willow, gli occhi sgranati. “Stanotte?”
“No” scosse il capo Giles. “Non siamo pronti. Dovremo combattere non solo contro Spike, che è abbastanza forte da aver sconfitto Buffy…ma anche contro di lei. Cercherà di proteggerlo”
“Ehy, ma questa è la trama del film di Coppola!” esclamò Xander. “Quello con Gary Oldman!”
Willow sollevò gli occhi al cielo. “Xander, quel film è tratto dal romanzo di Bram Stoker. E quel romanzo illustra molti tratti autentici della vita reale dei vampiri…”
“Ed altri che sono completamente inventati” concluse Giles. “Comunque, sì, probabilmente Buffy proteggerà Spike. Abbiamo bisogno di aiuto. E di preparazione. Contatteremo Harmony, e quando saremo pronti colpiremo.”
“Harmony? Quell’idiota?”
“La gelosia, in una donna, è una potentissima motivazione” esclamò Rupert, con tono sibillino.
Willow, dentro di sé, annuì, riflettendo che, nel proprio caso, la gelosia la stava inesorabilmente trascinando lontana dall’oggetto del suo amore.



6. Nuovi amici.

“…capisci, adesso?”
La ragazza bionda, dai grandi occhi grigi, osservava Willow pendendo dalle sue labbra. Si erano conosciute la settimana prima all’incontro delle Wicca dell’Università, ed avevano presto familiarizzato. Tara McClay, questo il suo nome, era una graziosa diciannovenne originaria del Massachusset, proveniente da una famiglia molto conservatrice, di cui non parlava mai, e molto riservata. Eppure, Willow sentiva il suo potere. Sapeva che, di tutto il gruppo, lei e Tara erano le uniche due a capire davvero qualcosa di esoterismo.
“Ho liberato la sua anima dall’etere grazie al globo di Tessulah…e l’ho ridata a lui. Peccato che fosse troppo tardi”
Willow non sapeva perché stesse rivelando tutto della vita sua e dei suoi più intimi amici a questa perfetta sconosciuta, ma era quasi certa che Tara non l’avrebbe tradita. I suoi occhi grigi e grandi, un po’ languidi, osservavano affascinati quella bella ragazza vivace dalla mente pronta e dai capelli rossi, che le parlavano di cose delle quali sua madre, di notte, segretamente, le aveva già in passato rivelato l’esistenza.
“Ed ora, Buffy…è sparita?”
“Così pare” esclamò Willow. “Il signor Giles vuole fare dei riti propiziatori. Lui è un vero esperto di queste cose…vedrai, te lo farà conoscere. E poi, vuole l’aiuto di quella vampiressa, di Harmony…se Buffy è ancora buona, dobbiamo salvarla…”
“…altrimenti?”
“Proverò anche su di lei l’incantesimo dell’anima. E se non dovesse funzionare…”
Willow non concluse la frase. Tara lesse il tormento sul suo bel viso.
Dolcemente, la ragazza mise la mano sul braccio di Willow. “Non ti tormentare. In ogni caso, farete la cosa giusta.”
“Me lo auguro”
“Il tuo ragazzo è tornato da Monterrey?”
Willow la guardò. “Sì. Ci siamo sentiti al telefono. Ma non ci siamo ancora visti. E’ molto impegnato. E tu…hai un ragazzo?”
Tara scosse il capo. “Io…non sono attratta dai ragazzi.”
“Eh?” chiese Willow, sconcertata.
“Voglio dire….credo di essere omosessuale. La cosa…ti disturba?”
Willow sorrise nervosamente. “No…almeno…credo di no. Io…non so. E’ la prima volta che…”
“Incontri una lesbica?”
“Sì…diciamo così. Ma…non mi dispiace, davvero, solo che…”
“Non intendo saltarti addosso” le sorrise Tara. “Mi piace la tua compagnia. Spero che saremo amiche. E io rispetto i miei amici. Io rispetto tutti"
“Lo so.” rispose Willow dolcemente.
“Bene. Parlami allora dei riti che vuol fare il signor Giles”
Sollevata, Willow tornò sul terreno per lei più solido della magia, mettendo da parte, per esaminarlo più tardi, quando fosse stata sola, lo sconcertante pensiero di Tara…con altre donne.




“Ed io cosa ci guadagno?” chiese petulante la vampiressa bionda.
“Che non ti polverizziamo” sbottò Xander. “Quindi, deciditi. E’ un sì od un no?”
“Non voglio che il mio Spikey muoia.”
“E’ già morto, bellezza!”
“Beh, non voglio che diventi polvere, allora!”
“Non può che essere così. Non possiamo lasciarlo libero di influenzare nuovamente Buffy. Questi sono i piani: ci aiuti a sorprenderli. Noi uccidiamo Spike, liberiamo Buffy…e tu sei libera di andare e fare ciò che vuoi…”
Harm mise il broncio. E poi, si decise.
“Va bene, accetto!” disse con un cenno del capo. “Almeno, non staranno più insieme”
“Questo è poco, ma sicuro” sussurrò Xander, tra i denti.
“Bene, allora, siamo pronti?” osservò Giles. Nel suo salotto, il divano era stato spostato per creare una zona di influenza mistica. Willow e Tara, arruolata per l’occasione tra le fila della Scoobie Gang, stavano cantando una litania in latino, invocando una divinità pre – egizia per rallentare i riflessi di difesa dei non – morti. Spike sarebbe stato assai più vulnerabile del previsto, soprattutto se riuscivano a privarlo della gemma di Amara, già fonte della sua invulnerabilità.
“Andiamo” disse Giles, un’espressione decisa sul volto quale mai gli avevano visto. Lui e Xander si armarono fino ai denti di paletti, asce, e balestre, e si diressero nella notte.
Harmony li stava aspettando all’ingresso del Restfield, dove li aveva preceduti di pochi istanti, con in mano la chiave del cancelletto di metallo battuto che proteggeva l’ingresso della cripta. Xander gliela strappò di mano senza troppi complimenti.
“Siete in ritardo” disse, battendo il piedino.
Nessuno dei due uomini le rispose. Erano entrambi concentrati nella missione di riportare Buffy a casa. Il più possibile sana e salva. Anche se non più viva.
Per ogni precauzione, Giles portava in tasca un paio di robuste manette. Se fosse stato necessario, avrebbe usato la forza, e se la sua residua coscienza non fosse stata sufficiente a farle distinguere il bene dal male, in un secondo tempo Willow avrebbe provato l’incantesimo dell’anima.
“Lui è un vampiro morto” disse solo Xander, sconvolto dall’odio e dalla gelosia.
Rupert annuì. Nessuno toccava la sua bambina, e la faceva franca.
Superarono il cancelletto e con un calcio ben piazzato, la porta di mogano si aprì, ed i due penetrarono nella cripta.



7. Intervention.



A cavalcioni su Spike, le sue mani sui suoi seni, Buffy teneva gli occhi chiusi, concentrata nel ritmo della loro unione. Era sempre meglio. Era sempre perfetto. Ed era l’unica cosa a tenerla ancora in vita, a mantenere ancora in piedi le sinapsi stanche del suo cervello confuso.
Lui lo osservava, chinando il capo di lato, i suoi occhi grandi e ben aperti, sforzandosi di capire il suo mistero. Buffy non parlava quanto Harmony, anzi, questa Buffy non parlava affatto. Sembrava che lei, in questa fase, non riuscisse ad esprimersi che con il corpo.
Quando si amavano, era come se lei lo lasciasse entrare, non solo nel suo corpo, ma anche nel suo cuore, se ancora ne possedeva uno. E lì, lui scorgeva un abisso scuro e spaventoso. Non di odio…bensì di solitudine.
Buffy era sola quanto lui.
Mentre lei lo guidava ad un piacere che sarebbe stato squisito come sempre, Spike si chiese come avesse potuto ingannarsi per tanto tempo riguardo a Drusilla. Lei non lo aveva amato. Non davvero. Lei gli aveva consentito di amarla. Ma questo era diverso.
Con Buffy, intuiva che sarebbe stata un’altra cosa. Che, forse, lei avrebbe diviso un po’ della sua notte interiore con lui. Forse.
Era una speranza per la quale valeva la pena di lottare.
Harmony sbagliava quando riteneva che fosse solo una questione di sesso. Non era quello che cercava in lei. Il suo corpo era delizioso, la sua passione esaltante, la sua ricettività alle sue carezze, alle sue invenzioni amorose, adorabile, ma quello che davvero lo incantava in lei era….il suo spirito. Quella sua incapacità di arrendersi, quella forza sotterranea e tenace che anche ora, nel suo momento più nero, più triste, brillavano come una luce lontana eppure inestinguibile.
Era questo che Spike bramava di possedere. E gli sembrava che ogni volta che facevano l’amore, lui arrivasse un po’ più vicino al risultato. Un po’ più vicino…
Il rumore della porta che si apriva ruppe il loro amoroso incantamento. Buffy si sollevò da lui, avvolgendo istintivamente il lenzuolo intorno al corpo.
Giles arrivò prima di Spike alla Gemma di Amara, e lanciò il vampiro con un calcio contro la parete. Spike si rialzò, incurante della sua nudità, pronto a difendersi ed a difenderla. Se erano venuti per polverizzarla…beh, avrebbero prima dovuto passare sul suo cadavere. O meglio, sulle sue ceneri.
“Xander! Giles!” urlò lei, mettendosi istintivamente tra di loro ed il suo compagno. “Cosa intendete fare? Perché quelle armi?”
Xander cercò di superare la choc provocatogli dalla vista della sua Buffy nuda, a cavalcioni di un altro uomo, anzi, di un’orrenda, mostruosa creatura della notte.
Anche perché un’altra immagine, ancora più spaventosa, stava per imprimersi nella sua retina.
Quella di lei con indosso il volto della caccia.
“State lontani da Spike!” urlò Buffy, mettendosi in posizione di lotta. Spike, dietro di lei, si erse, pronto a combattere, lottando contro la debolezza che lo stava improvvisamente invadendo. Non lo sapeva, ma gli incantesimi di Willow e Tara cominciavano ad avere effetto.
“Buffy…allora è vero…mio Dio” sussurrò Xander, mentre le lacrime gli rigavano il volto. Tutto quello che Harmony aveva detto loro era vero. Tutto. Era ancora più orribile di quanto avessero immaginato.
“Xander, non voglio farti del male” disse lei, sempre in posizione di difesa. “E neanche a lei, signor Giles. Non vi odio. Non odio nessuno. E non mi nutro di sangue umano. Spike mi dà il suo sangue, e qualche volta me ne prende dal macellaio. Ma questa cosa oramai è successa…io ….io sono cambiata”
“Quanto?” le chiese Giles, umiliato dal vederla così, ridotta ad essere una bestia, qualcosa di immondo, senza nemmeno la dignità usualmente prestata dai vestiti.
Buffy tornò alle sue sembianze normali, il suo viso ora più pallido che mai. Entrambi gli uomini videro che stava piangendo. E ad entrambi gli uomini si spezzò il cuore.
“Non lo so…io…signor Giles, non lo so”
“State indietro. Lasciatela” sibilò Spike, mettendole le mani sulle spalle. “Lei, oramai, è mia.”
“Non che non lo è, idiota!” replicò Giles, buttandosi su di lui con un paletto in mano. Inorridito, Spike sentì le membra indebolirsi, e capì che non avrebbe avuto la forza di respingere l’attacco dell’Osservatore. Qualcosa di magico era capitato…la streghetta dai capelli rossi doveva essere all’opera per bloccare le sue difese.
Buffy si girò appena, quanto le bastò per afferrare il paletto di Giles e strapparglielo di mano.
“La Rossa blocca le mie forze di vampiro…ma non quelle di cacciatrice di Buffy” osservò Spike, con una smorfia soddisfatta. “Bel lavoro, baby”
“Non posso permetterle di ucciderlo, signor Giles” disse solo Buffy. “E dico non posso, badi bene, e non ‘non voglio’”
“Lo so” disse Giles, scuotendo tristemente il capo. “E’ il legame sire – childe che esiste tra di voi. Willow sta studiando un modo per spezzarlo”
“Provateci solo!” li provocò Spike. “Credete forse di riuscire a separarci?”
“Signor Giles” disse Buffy, stranamente calma malgrado tutto quanto stesse succedendo. “Non so cosa sono diventata. Ma so che sono cambiata. Non so se lei può credermi quando le dico che non uccido…e non sento il desiderio di farlo. Ma è la verità”
Gli occhi di lei brillavano di lacrime trattenute. Giles scosse il capo di nuovo. “Io ti credo, Buffy.”
“Volente o nolente, sono cambiata. Deve lasciarmi il tempo di capire. Ed anche tu…Xander.”
“Uccidiamo lui, intanto” suggerì Xander. “Non merita di vivere. Non dopo quanto ti ha fatto…e dopo quanto continua a farti”
Conscia del suo sguardo, Buffy si strinse nuovamente il lenzuolo intorno al corpo. “No.” disse solo.
“Perché no?” insistette Xander.
“Non posso permettervelo” disse solo Buffy. Poi, si avvicinò a Rupert Giles e gli strappò di mano la gemma di Amara, gettandola quindi a Spike.
Ed infine, si allontanò da loro per ritirarsi con Spike nella parte inferiore della cripta.
Parte 1 - cap. 8; parte 2 - cap. 1 - 3 by Roberta
8. Riflessioni.


“E’ inconcepibile” mormorò Giles, servendosi del bourbon. Erano tutti radunati nel suo salotto, Xander, Willow e Tara. Infastidita dal cattivo esito della sortita, ma soddisfatta di essere riuscita malgrado tutto a non tagliare i ponti con nessuno, Harmony si era allontanata nella notte.
“Non è più lei” disse Xander, e le sue mani tremavano. “Signor Giles? Bourbon, please. Sento che ne ho bisogno”
“No” disse Giles. “Dobbiamo restare lucidi. E poi, Xander, certo che era lei! Era Buffy…per nulla cambiata, se me lo consenti!”
“E quella bella scenetta alla quale abbiamo assistito?” lo provocò Xander. “Quella in cui lei e Spike..”
“Ahem” lo interruppe Giles. “Xander, non credo sia necessario…”
“Non mi riprenderò mai da questo choc!” commentò il ragazzo. “E si è dimenticato di quando lei ha indossato il volto della caccia? E di quando l’ha difeso? E di quando le ha strappato di mano quel maledetto anello? Buffy non lo lascerà mai.”
“Lo farà” disse Willow, seriamente. “Non appena io e Tara troveremo il modo di spezzare il loro legame”
“Questa è una buona idea” disse Giles. “E ne ho un’altra ancora migliore. Tornate tutti a casa. Stasera, devo ubriacarmi”
Senza fretta, raccolsero tutti le loro cose e se ne andarono. Xander decise che era il momento per ascoltare un po’ di country da solo nella sua stanza, la “musica del dolore”, e Willow e Tara rimasero sole per strada a commentare la riuscita, malgrado tutto, del loro incantesimo congiunto.
“E’ stato esaltante” stava dicendo Willow. “Quando faccio magie con te, sento che niente può fermarci. E’ come se il tuo potere completasse il mio”
Tara annuiva dolcemente, lasciando che i suoi grandi occhi grigi esprimessero tutta la sua devozione. Willow non aveva idea di quanto avesse ragione.
Era proprio così che si sentiva, con lei: completa.




“Ti ringrazio per avermi difeso” disse Spike, mentre si rivestivano. Dire che l’intervento dei due uomini avesse “rovinato l’umore” per quella sera, era palesemente un eufemismo. Il silenzio di lei si era, se possibile, ancora accresciuto.
Buffy lo fissò. “Non ti ho difeso. Ho agito su impulso di questa specie di catena che tu hai creato, e di cui ti servi per tenermi prigioniera”
Lui si stupì. Era la prima volta che Buffy esprimeva…astio, nei suoi confronti.
“Se Dio vuole, riusciranno a liberarmene” disse ancora lei. “Sino ad allora, credo che dovremmo tollerarci a vicenda.”
“Buffy…”
Ma lei era già andata via, a farsi una nuova doccia, lasciandolo alle prese con mille interrogativi.



Si può morire di tristezza? Spike se lo chiedeva alcuni giorni dopo, mentre giaceva un mattino accanto a Buffy. Si erano nutriti di sangue di macellaio, ed avevano fatto l’amore. Da lei non irradiava più alcuna luce. Dal giorno in cui aveva rivisto i suoi amici, sembrava che in lei fosse morta la speranza.
E senza la sua speranza, Spike si sentiva sperso.
Apparentemente, era la stessa. Taceva. Acconsentiva alle sue voglie. A volte, persino, lo cercava.
Ma lui sentiva che era ancora cambiata. Messa di fronte alla realtà della sua vita passata, una vita che non poteva tornare, qualcosa le si era ulteriormente spezzato dentro.
Spike non cacciava quasi più. Tacitamente, sapeva che lei ne era infastidita. E così, i loro giorni scivolavano via in una lenta, estenuante litania di silenzi. Sesso, silenzio, sangue, silenzio, sesso, silenzio, di nuovo sangue…
“Basta!” disse ad un certo punto Spike. “Devo schiarirmi le idee. Vado fuori. Tu resti qui?”
Buffy non gli rispose. Messa di fronte a quella dei suoi amici, la sua residua umanità si era come dissolta.
E nello stesso tempo, non riusciva ad essere veramente un vampiro. Non cacciava, non uccideva, non godeva dei suoi oscuri poteri.
Si limitava a sopravvivere in una condizione inumana, che non le apparteneva.
Spike si rivestì, ed indossò il suo spolverino di pelle nera. Guardandola, si chiese se non sarebbe stato più misericordioso prendere un paletto appuntito, e farla finita. Polverizzarla. Completare la sua opera di distruzione.
Era quasi certo che lei avrebbe accolto quel gesto come una liberazione.
Buffy lo guardò uscire, intuendo i suoi pensieri.
Se uccidersi fosse stato così facile, l’avrebbe fatto già da giorni.




L’osservatore aprì la porta al visitatore sconosciuto. Aveva bevuto abbastanza da rendere il pensiero di Buffy, la sua Buffy, resa un vampiro dal suo peggiore nemico, sopportabile, ma non sufficientemente da non sentirne comunque il dolore.
L’uomo sulla soglia lo fissò senza sorridere.
“Giles” disse il vampiro. “Sono qui per una tregua”
“Non ci sono tregue possibili. Sparisci e ridacci Buffy” disse Giles, fissando il vampiro biondo con odio.
Spike sospirò.
“Era proprio quello che stavo per proporle”


PARTE SECONDA.
PRIMA DELL’ALBA.


1. Ritorni.

“Perché lo stai facendo?”
Giles non poteva esimersi da questa domanda. La Gemma di Amara, che fino a quell’istante Spike aveva indossato con fierezza, ora giaceva sul tavolino nel salotto dell’Osservatore, come un’improbabile offerta di pace.
“Perché non intendevo distruggerla. Non in questo modo. E non posso sopportare di vederla così. Sono un idiota? D’accordo, lo sono. Ma quello che è stato fatto non si può disfare. Si può solo cercare di andare avanti…è così che ho vissuto nei miei centoventi anni da vampiro. E questa gemma è la sua chance di andare avanti. Malgrado quello che le ho fatto.”
Giles si trattenne dal non colpirlo. Aveva una balestra in mano, puntata dritta al suo cuore, e non si sentiva in pericolo. Ma la sua furia era talmente grande…
“Perché diavolo l’hai vampirizzata, allora?! Cosa ti aspettavi?”
Spike non rispose subito. Era una bella domanda. Se l’era già fatta milioni di volte.
“Ho ucciso tre cacciatrici. Ho bevuto il sangue della prima, spezzato il collo della seconda…e la terza, Buffy, l’ho vampirizzata. Volevo tenerla con me. Come una compagna. Come Drusilla. Io…non immaginavo che qualcosa sarebbe andato così orribilmente storto, e che lei…che lei fosse stata diversa da agli altri vampiri.”
“Perché?” ripeté Giles, non placato da quella risposta.
Spike lo fissò fino in fondo agli occhi.
“Dannazione! Mi sembra Harmony! Cosa vuole da me? Le sto riportando la sua cacciatrice su un piatto d’argento! E le lascio la gemma! Cosa vuole d’altro?”
“Spike…”
“D’accordo!” Spike si alzò in piedi, camminando agitato per il piccolo salotto. “Diciamo che…mi piace, va bene? E l’ho voluta per me”
Giles si tolse gli occhiali.
“Ascolta, Spike…nonostante tutto, apprezzo la tua decisione. E se tu lascerai libera Buffy…noi non ti colpiremo, se non farai ulteriori danni a Sunnydale. Ma devi promettermi che non la cercherai mai più…e che sparirai per sempre dalla sua e dalle nostre vite”
Spike chiuse un istante gli occhi. E poi, rivide di fronte a sé il suo volto disperato, senza luce.
“D’accordo”
“Affare fatto. Andremo a prenderla stanotte. Entro domani, ti prego di lasciare la città”
Spike scosse il capo. “Ho degli affari in sospeso. E no, non sono degli assassinii…ma prometto che non mi farò più vedere. E mi terrò alla larga da lei.”
“Bene” Giles si alzò, senza stringere la mano al vampiro. “Addio. Senza rimpianti. Lei starà meglio senza di te.”
“Sì….già, insomma, addio” Spike si voltò, e sparì nella notte come si conveniva ad una creatura dell’oscurità del suo rango. Giles rimase a fissarlo.
Possibile che da tutto quell’orrore potesse nascere ancora un barlume di speranza?
Poteva esserci ancora una speranza per Buffy, la sua Buffy?





“Alzati e vestiti” le disse Spike, mentre lei guardava in silenzio la televisione. “Il tuo osservatore sta per venirti a prendere. Ti riporterà a casa”
“Cosa?” disse lei, fissandolo. “ E tu?”
“Devo andare via. Drusilla mi rivuole” mentì Spike, senza incontrare il suo sguardo.
Buffy non commentò. Ma neppure si stava muovendo.
“Parlo sul serio” le disse lui, dolcemente. “Giles si prenderà cura di te. E tu…presto tornerai a posto. In qualche modo, lo fai sempre. Ne sono sicuro”
Buffy lo fissò.
“Ti ho…stancato?”
“Ehy, baby, cosa sono tutte queste domande?” replicò Spike, fingendo una rabbia che non provava. “Ti ho forse promesso qualcosa?”
“No…certo che no” replicò lei, e qualcosa nel suo tono di voce suggeriva un barlume di irritazione.
Era meglio che niente. Era un’emozione. Lei non era stata molto emotiva, ultimamente. Sarebbe stata sicuramente meglio, con i suoi amici. Avrebbero badato a lei. Meglio di quanto avrebbe potuto mai fare lui. Molto meglio.
“Bene…allora, addio” le disse, prima di allontanarsi. Lei lo fissò, stupita. Se ne andava così? Senza un bacio? Davvero, la chiamata di Drusilla doveva essere pressante…
Il suo pensiero viene interrotto dalle braccia di lui che si stringevano intorno al suo corpo, portandola in un abbraccio dal quale, anche volendo, non sarebbe potuta fuggire. Buffy chinò istintivamente il capo, socchiudendo le labbra contro quelle di lui. Si baciarono come non si erano mai baciati prima. Con una passione che sconfinava nel sentimento. Un sentimento che nessuno dei due, fino a quel momento, si era reso conto essere nato. Da qualche parte, nella notte, era sorta una piccola luce.
“Devo andare” le disse lui, il fiato corto, fissandole la bocca ancora gonfia per il suo bacio.
“Lo so” rispose lei, e non credette neanche per un istante alla storia di Drusilla.
“Io…capisci che è meglio così, vero?”
Buffy annuì.
Senza più toccarla, Spike si voltò e si allontanò da lei.
E Buffy si accinse ad aspettare l’arrivo di Giles.




Quando lui tornò, all’alba, Buffy era già andata via. Le sue poche cose erano sparite, e nella cripta c’era un silenzio terribile.
Spike si sedette sul letto, la testa tra le mani. Continuava a darsi dell’idiota. E continuava a ripetersi di aver fatto la cosa giusta.
Stava ancora riflettendo, quando Harmony tornò, con sorriso soddisfatto da gatta che lo irritò enormemente.
“Se ne è andata. Come ho sempre saputo che avrebbe fatto. Lei è migliore di noi…almeno, lo crede.”
“Harm” disse solo Spike. “Sparisci”
“Ti piacerebbe, vero?” disse lei. “Questa è la mia casa! Sparisci! Sta’ zitta!” Harmony gli si avvicinò. “Beh, lascia che ti dica io una cosa. Sono io ad andarmene, stavolta! Non voglio più aver a che fare con un fallito come te!”
Lui non rispose. Si alzò ed andò al mobiletto dove teneva il Jack Daniels. Poi, la fissò, più calmo.
“No, resta. Vado via io. Non sopporto più questo buco”
Senza parole, Harmony lo osservò mentre si allontanava. Tra poche ore sarebbe stato giorno, ma Spike non era uno sprovveduto ed avrebbe trovato un rifugio.
Lui poteva protestare quanto voleva. Lei sapeva che non avrebbe superato facilmente l’abbandono di Buffy. E che di lei, Harmony, non poteva importargliene meno.
Era un pensiero deprimente, ma non gliene venivano di migliori. Harmony se ne andò a letto, improvvisamente di cattivo umore.


2. Al campus.


“Sono settimane che non ti vedo. Va tutto bene?”
Buffy sollevò il capo verso il suo assistente di psicologia, Riley Finn. La loro differenza di statura era tale che per guardarlo negli occhi doveva rovesciare completamente il capo all’indietro. Lo trovava lievemente stancante.
“Sono stata a Los Angeles” mentì lei, mentre con le dita accarezzava distrattamente l’antica gemma che ornava la sua mano sinistra. Nessuno di coloro che la circondavano, lì al campus, poteva intuire che quell’anello era il suo passaporto per un barlume di normalità. Fino a che Buffy l’avrebbe indossato, lei avrebbe potuto circolare di giorno, anche sotto il sole più cocente. Fingere di non gradire il cibo non era un problema: nessuno mangiava davvero le porcherie che servivano in mensa.
Era di notte, che tutto era più difficile.
Ma questo, Riley lo ignorava.
“Mi chiedevo se verresti qualche volta al cinema con me. Od a teatro. O ad un picnic. Insomma…” gli occhi azzurri del ragazzo si illuminarono. “Mi piaci, Buffy. Mi piaci moltissimo. Vorrei uscire con te. Se sei libera. Quel Parker…”
Buffy fece una strana espressione. Le risultava persino difficile ricordarsene, di Parker.
“E’ tutto finito. Da secoli”
“Bene. Allora…che ne dici?”
Lei lo fissò. Era un bel ragazzo. Alto, fin troppo, atletico, attraente. Gentile. Normale.
Sono io che non sono normale, si disse. Sono orribilmente, tremendamente sbagliata. In bilico tra due mondi, senza appartenere davvero a nessuno dei due.
Non era stato necessario che Willow le donasse un’anima: quella specie di coscienza residuale che era rimasta sembrava potesse bastare.
Quello che tutti intorno a lei davvero ignoravano era che a Buffy mancava qualcosa di essenziale per sentirsi davvero bene.
Un qualcosa che lei non riusciva a confessare nemmeno a se stessa.
“Buffy?” insistette Riley. “Sei così pallida. Ti senti bene?”
Buffy si sforzò di riportare l’attenzione su di lui.
“Sì, certo. Sto bene. Soffro un po’ di …anemia, ultimamente.”
“Devi mangiare più ferro. Carne rossa…”
“E’ quello che farò” lo rassicurò lei. “Mi piacerebbe molto uscire con te. Stasera vado con i miei amici al Bronze. Ti ricordi di Willow, la mia amica con i capelli rossi? Il suo ragazzo ha una band con cui suona lì. Vorresti venire?”
Riley annuì, chinandosi per sfiorarle le labbra con un bacio, e ritraendosi all’ultimo per lasciarle la decisione di respingerlo.
Ma Buffy non lo respinse. Chiuse gli occhi ed accettò il tocco leggero delle labbra di lui sulle proprie. Era gradevole.
Peccato che il legame fosse ancora così forte…





“Willow passa a prenderti?” si informò Joyce.
“Sì. Mamma…l’hai riscaldato?”
Joyce annuì, negli occhi l’espressione colma di pena che assumeva ogni qualvolta doveva confrontarsi con gli aspetti meno gradevoli della trasformazione subita da sua figlia. Lei era morta, tecnicamente. Di nuovo. E si nutriva di sangue, che Joyce prendeva dal macellaio e riscaldava nel microonde.
Era orribile.
Eppure, lei era sempre la sua Buffy e Joyce la adorava.
La ragazza bevve la bevanda calda nella grande tazza, mentre sua madre finiva la sua insalata. Di fronte agli altri, a volte Buffy fingeva di mangiare. Ma, agli occhi dei suoi amici, questo era ancora più penoso.
Eppure, c’erano anche alcuni lati positivi. L’immortalità, per dirne uno. Sempre che fosse vissuta abbastanza a lungo da evitare paletti nel cuore, fuoco e decapitazione.
“Stasera uscirò con un ragazzo. Ci incontreremo con gli altri al Bronze.”
“Bene!” si compiacque Joyce. “E’ quel…Riley?”
“Sì”
“Hai pensato di…dirglielo?”
“Se la cosa prosegue, sarà inevitabile” commentò Buffy con distacco. “Andiamo, almeno non ho l’AIDS. Non è contagiosa, la mia malattia…non necessariamente”
“Grazie a Dio quel mostro se ne è andato.”
“Sì” commentò asciutta la figlia. “Se ne è andato”
Joyce le chiese se le mancava, e Buffy non le rispose.
La risposta era ovvia.



“Il solito, Willie”
Il barista sorrise, del suo solito sorriso sghembo.
“Vedo che hai cambiato dieta, Spikey. Questione di donne, mi hanno detto”
Spike lo fulminò con lo sguardo, e prese i contenitori di sangue e plasma trafugati di contrabbando dall’ospedale.
“Roba di prima qualità. Ma se preferisci quello animale…”
“No, va bene questo” Spike pagò e si diresse verso l’uscita. Si volse all’ultimo istante per una domanda appena sussurrata.
“Hai…sue notizie?”
Willie scosse il capo.
“Non ho più visto né la cacciatrice, né i suoi amichetti, se è quello che intendi. Ho idea che lei non stia cacciando molto”
“Bene. Meglio così.”
“Ti conviene darti un po’ da fare, Spike. Se gli altri demoni scoprono che tu non cacci più…ai loro occhi saresti un debole, e qualcuno potrebbe cercare di eliminarti”
Lo sguardo azzurro del vampiro si indurì.
“Che ci si provino soltanto!”
E poi si allontanò nella notte.



3. Al Bronze.


“C’è un sacco di gente, qui!” urlò Willow, sovrastando il rumore della folla. Buffy e Riley, vicini e sorridenti, stavano gustando dei cappuccini, mentre Anya e Xander ballavano. Willow fu felice di ritrovarsi seduta vicino a Tara, incantevole in una camicetta color panna che metteva in risalto la sua perfetta carnagione di magnolia, ed il suo bellissimo seno.
Quando ad Oz, si erano appena salutati, e lui era corso sul palco con la sua band.
“Non ero mai venuto qui” stava dicendo Riley a Buffy, tenendole la mano. “Dalle mie parti, nello Iowa, non ce ne sono molti di posticini di questo genere”
“Io lo adoro” rispose Buffy.
“Bello il tuo anello. E’ antico?”
“Molto” rispose lei. “Risale all’epoca della dominazione spagnola. Morirei senza di lui”
Riley rise. “E’ il regalo di un ex fidanzato?”
Buffy ritornò seria. “Qualcosa del genere”
“Vuoi ballare? Ti avverto, però, che sulla pista sono un disastro”
Con il suo fisico massiccio, lei non faceva fatica a crederlo.
“No…ora no. Preferisco ascoltare un po’ di musica.”
Willow si avvicinò a Tara, approfittando della conversazione tra Riley e Buffy per parlarle. “La vedo bene. Che te ne pare?”
“La sua aurea è molto inquieta” replicò dolcemente la strega bionda. “Il legame è ancora troppo forte. Non riesce a liberarsene. Il fatto che lui l’abbia lasciata andare, non ha affatto spezzato la catena. Al contrario: l’ha stretta ancora di più”
“Oh oh” fece Willow, voltandosi verso l’entrata. “Credo che tu abbia ragione. Guarda chi è appena arrivato”
Tara seguì il suo sguardo, ed entrambe videro il predatore, vestito di nero, farsi strada verso la pista da ballo. I suoi capelli platinati splendevano alla luce soffusa dei lampioncini che adornavano i tavolini. Sembrava che lui stesse cercando qualcosa. O qualcuno.
Nessuno avvisò Buffy. Fu l’istinto a farla voltare. Un istinto naturale, insopprimibile, persino più forte di quello della caccia.
Spike.
I loro sguardi si incontrarono nella notte, a cui entrambi appartenevano.
Gli occhi blu di Spike, quelli verdi di Buffy.
Riley stava parlando, ma Buffy non lo ascoltava più. Si alzò dal tavolo, senza una parola di spiegazione, e si diresse verso la fonte di quella forza misteriosa che la attraeva inspiegabilmente.




“Houston, abbiamo un problema”
Xander si voltò verso Willow, lasciando per un istante la mano di Anya, che continuava a dimenarsi con movenze sexy sulla pista dal ballo, e non gli ci volle che un istante per capire cosa stava succedendo.
“E’ un vampiro morto” esclamò il ragazzo, indurendo la mascella.
“Noi…credi che….Xander, aspetta!”
Ma Xander aveva già tirato fuori un paletto e si stava dirigendo verso la coppia di vampiri. Buffy si voltò verso di lui un istante prima che detto paletto venisse immerso nel petto del suo compagno. Le sue dita d’acciaio si strinsero sul polso di Xander, mentre lei scivolava, senza rendersene conto, nel volto della caccia.
“Ti ho detto di non toccarlo” ringhiò lei. Dopo un istante, Buffy recuperò abbastanza autocontrollo per ritornare al suo volto normale. “Ti prego…” lo implorò.
Xander la fissò, troppo sconvolto per parlare. Per una volta, quella bestia del suo assassino non osava avere un’espressione soddisfatta, sebbene ancora una volta la forza del loro legame fosse stata dimostrata.
Xander girò sui tacchi. Non c’era niente che potesse fare a Spike, se Buffy avesse continuato a proteggerlo, e vederli insieme era semplicemente troppo doloroso.
Prese Anya, e la condusse fuori dal locale. Intanto, Willow prese la mano di Tara, sconvolta. “Hai visto anche tu? Buffy…con indosso il volto della caccia!”
“Già. Impressionante, vero? Forse, noi ci stiamo solo illudendo che lei sia ancora quella di un tempo. E’ cambiata, invece…e nessuno sa ancora esattamente come”
“Ragazze? Volete spiegarmi cosa sta succedendo?” chiese Riley. “Quel tipo strano sta dando fastidio a Buffy? E’ meglio che intervenga?”
“Direi proprio di no” rispose Willow, diventando rossa come i suoi capelli. “E’ una specie di…ex fidanzato.”
“Già” commentò Tara “Un vecchio ex – fidanzato. Molto vecchio”
“Conosciuto a Los Angeles” disse Willow.
“Incontrato alla scuola superiore” esclamò contemporaneamente Tara.
“Voglio dire” fece una brillante sintesi Willow. “Era il fidanzato di Buffy quando lei era ancora alla Emery High di Los Angeles”
“Ah” disse Riley, e riportò confuso l’attenzione sulla coppia.
Ma Buffy e Spike erano spariti.






“Ne ho bisogno” disse lei, e Spike annuì.
Erano in alto, nella galleria del Bronze. Da lì si potevano vedere tutti quelli che ballavano in pista, ed anche gran parte degli occupanti dei tavolini laterali, ma era come se tutto facesse parte di un sogno…e non fosse reale. In quel posto, invece, una discreta penombra garantiva una qualche privacy alle giovani coppie di amanti.
Spike la strinse a sé, nascondendola con il suo soprabito.
E poi, le diede il suo polso.
Buffy vi immerse i denti, avida del suo sangue. In confronto al sangue animale che di solito ingeriva, il sangue forte del suo sire era come un nettare miracoloso. Il desiderio che aveva di risentirlo scorrere nelle sue vene la faceva impazzire. Spike chiuse gli occhi, sentendosi quasi venire meno. Lei lo stava prosciugando…ed era delizioso, delizioso…non l’avrebbe ucciso, era ovvio, ma l’avrebbe di molto indebolito. Abbastanza per renderlo preda di uno qualunque dei suoi numerosi nemici, demoni o umani che fossero.
“Basta, tesoro” le sussurrò. “Basta, ora”
Buffy lo lasciò andare, e lo seguì quando lui si sedette nella penombra, su uno dei divanetti laterali che occupavano la piccola galleria. Spike le mise un braccio intorno alle spalle. La tentazione di assaggiare nuovamente il suo sangue era devastante, ma lui era deciso a resisterla. Assai più forte era un’altra tentazione, quella di sentire le sue morbide labbra sotto le sue. Ed a questa non aveva nessuna intenzione di resistere…
Buffy chinò istintivamente il capo sulla sua spalla, e socchiuse le labbra. Spike mise una mano sulla sua guancia, abbassandosi su di lei e catturandole le labbra in un bacio dolcissimo, ed insieme pieno di passione. Resa euforica dal suo sangue, Buffy si abbandonò tra le sue braccia. Per entrambi, staccarsi dall’altro risultò quasi impossibile.
“Non hai lasciato la città” osservò lei, dopo un istante, respirando a fatica. Non ne aveva bisogno, ma le piaceva farlo, ed era un altro elemento che concorreva a formare l’illusione di vita che lei si sforzava di offrire al mondo.
“Ne sei dispiaciuta?”
“No” Buffy scosse il capo, a rafforzare il concetto. “Mi sei mancato”
“Anche tu. Vedo però che hai fatto delle nuove amicizie”
“Riley?” chiese Buffy, fissandolo negli occhi. “Non stiamo insieme”
“Non ancora”
Buffy sospirò. “E forse mai, grazie ai piccoli cambiamenti che il tuo intervento ha provocato in me!”
Spike si alzò. “E’ allora meglio interrompere questo colloquio. Volevi il mio sangue: l’hai avuto. Hai avuto anche qualcosa di più. Ora, torniamo alle nostre piccole illusioni quotidiane: che io sia sempre il Big Bad, anche se non vado più a caccia da settimane, e che tu sia Buffy, la cacciatrice di vampiri, una ragazza viva ed umana, libera di vivere la sua vita nel mondo, alla luce del sole.” Spike la fissò in modo ironico. “Tieniti stretto quell’anellino che ti ho dato, ragazzina. Non lo perdere, oppure dovrai forse affrontare quello che veramente sei. Una creatura della notte. Una predatrice.”
“Spike…” chiamò lei, ma lui era già sparito giù per le scale.





“Ti chiedo scusa” disse Buffy a Riley, riavvicinandosi a lui. “Spike è un vecchio amico”
“Hai la bocca sporca. Rossetto?”
Buffy impallidì ulteriormente sotto gli strati di fondotinta rosato che portava per simulare un colorito sano. Poteva essere rossetto, dopo il loro impetuoso bacio, su nella galleria…ma poteva anche essere sangue. Il sangue di Spike di cui si era appena nutrita.
La realtà sembrava infrangersi intorno a lei. Non sapeva più chi era, cosa era. Sapeva solo che se la ragione le urlava di stare lontana da Spike il più possibile, il suo istinto le diceva che lei non poteva fare a meno di lui.
Era il legame, quel maledetto legame…
“Vado in bagno. Torno subito”
Riley la fissò stupefatto mentre lei si inoltrava verso le toilette. Arrivata lì, un odore fortissimo, irresistibile la attrasse.
La ragazza vicino a lei stava armeggiando con una scatola di Tampax.
La stessa ragazza che urlò quando si accorse che Buffy, accanto a lei, non si rifrangeva nel grande specchio illuminato, e la fissava con le zanne sguainate.



“Tara…non le ho fatto niente, te lo giuro”
Buffy tremava. Tara l’aveva vista dirigersi sconvolta verso il bagno delle signore, e – preoccupata –aveva deciso di seguirla. Così, si era goduta in pieno l’urlo di terrore dell’altra ragazza, quando questa si era accorta della mancata rifrazione di Buffy…e del suo volto di predatrice.
“Lo so. Calmati” Tara la strinse, e sentì che lentamente Buffy tornava alla sua fisionomia normale. Era la seconda volta, quella sera, che lei diventava palesemente un vampiro: considerato che nelle ultime settimane questo non era mai capitato, ciò la diceva lunga circa l’influsso che la vicinanza di Spike ancora aveva su di lei.
“E’ solo che quell’odore…quell’odore…Dio, era così forte. E poi, ho appena mangiato..”
“Cosa hai mangiato?”
“Spike mi ha dato il suo sangue. Quando eravamo insieme, mi nutriva soprattutto di quello”
“E …poi?”
“Mi ha baciata”
“E…tu?”
“Non volevo che smettesse. Ma ha smesso…e se ne è andato.”
“E’ meglio così., Buffy” la consolò Tara. “Con noi, tu puoi dimenticare. Puoi vivere una vita normale. Riley è un ottimo ragazzo, ed è molto preso da te. Torniamo da lui, vuoi? Comincia a preoccuparsi”
Buffy annuì, e seguì l’altra bionda fuori dalle toilette. Ma quando incontrò lo sguardo ancora spaventato della ragazza di prima, capì che mai avrebbe potuto dimenticare ciò che, volente o nolente, ora era.




Quella notte, Buffy restò a dormire a casa di sua madre. Nelle ultime settimane aveva dormito con Willow, nella loro stanza al campus, ma mentre la strega era troppo stanca per le attività della giornata per non dormire come un sasso, lei riusciva a malapena a chiudere occhio. All’alba, immancabilmente, un’enorme stanchezza la invadeva. Così, spesso Buffy si recava a lezione di sera, saltando quelle del mattino, e faceva delle brevi ronde. Non aveva molta voglia di uccidere vampiri. Non più.
Verso le due di notte, Joyce sentì dei rumori nella sua stanza. Si alzò e spinse piano la porta.
Buffy era distesa a letto, la testa riversa sul cuscino, e stava piangendo.
“Amore mio” le disse Joyce, accarezzandole il capo. “Cosa c’è? Che succede?”
Buffy scosse il capo, asciugandosi le lacrime.
“Mamma…stanotte l’ho rivisto. Era al Bronze.”
“Riley?”
“No…Spike”
Joyce la strinse a sé. Il suo pallido viso, ora che lei era senza trucco, la colpì come una pugnalata. Lei era bellissima, ancora più bella di prima, ma il suo viso non era più quello di una ragazza di diciannove anni, il cui cuore battesse. Era un viso dalla bellezza senza età…cristallizzato per sempre in una perfezione di morte.
“Mamma…oggi mi hai chiesto se mi mancava. Ogni istante, mamma, ogni istante”
Joyce chiuse gli occhi, e strinse il corpo senza vita, eppure così pieno di dolore, della figlia a sé.
Parte 2 cap. 4 - fine by Roberta
4. Out of this world.


“Buffy non è più di questo mondo” disse Tara, e Willow annuì. Quanto era avvenuto la sera prima al Bronze l’aveva reso evidente. Potevano scacciare Spike, tenerlo per sempre lontano da Buffy…ma lei non sarebbe mai più stata la ragazza che loro avevano tanto amato. Mai più.
“Non so cosa fare” si chiese Willow. “E’ come con Oz. Entrambi si stanno allontanando da me, ed io non so cosa fare. So che non torneranno…non quelli che erano, almeno. Ma non posso fare a meno di soffrirne”
“Mi dispiace” disse Tara “Per il tuo ragazzo. Sei sicura di non poter far nulla per…riavvicinarvi?”
Willow la fissò. “ E se ti dicessi…che sto cominciando ad interessarmi ad un’altra persona?”
Tara arrossì. “Un tuo…co-compagno di università?”
Willow scosse il capo. “Non è un uomo”
Tara arrossì ancora di più.
“Ti dirò qualcosa.” le sussurrò Willow. “Presto, molto presto. Ma ora dobbiamo preoccuparci di Buffy e del suo problema. Il legame. Non c’è modo di spezzarlo?”
Tara la fissò inclinando il capo. “Hai pensato ad Iside? E’ la protettrice dei legami. Mia madre mi diceva sempre che era anche l’unica a poterli scioglierli…dovrei avere un suo testo che ne parla, nel mio dormitorio”
“Andiamo, allora!” annuì Willow con entusiasmo.
Tara arrossì. L’idea di ricevere Willow nella sua stanza era singolarmente emozionante. Quando le ragazze arrivarono nella piccola stanzetta universitaria dove Tara viveva da sola, Willow sorrise. La piccola camera era piena di oggetti magici, e completamente dipinta di nero. Peraltro, era talmente accogliente…
“Ti preparo un tè” offrì Tara, che aveva un fornelletto da campeggio.
“Grazie” sorrise Willow, impegnata ad esplorare i libri e gli oggetti magici di Tara. La ragazza, come aveva sospettato fin dall’inizio, possedeva un’assai maggiore conoscenza dell’occulto di quanto i suoi modi tranquilli e dimessi lasciassero presagire.
“Eccolo, è qua” Tara mostrò a Willow l’illustrazione di un antico libro ereditato da sua madre, la quale discendeva da un’antica stirpe di streghe di Salem. “Iside stringe i legami…ed Iside gli scioglie”
“Ma questo vale per i legami d’amore” osservò Willow.
Tara scosse al capo. “Non esiste forza al mondo che possa sciogliere i legami di vero amore. Ma qualunque altra catena…il possesso, la convenienza, il matrimonio, e persino il legame vampirico sire – childe, può essere spezzata”
“Ma se Buffy…”
“…amasse Spike?” Tara sorrise. “In questo caso, non c’è potere al mondo che possa tenerli distante”
“Sarebbe meglio parlargliene” osservò Willow. “Lo farò stasera stessa. Ora…posso restare un po’ con te?”
Tara le sorrise di nuovo. “Certamente”
Willow bevve il tè che Tara le porgeva, sentendosi finalmente a casa.



“Voi…potete farlo?”
Gli occhi di Buffy erano grandi, e lucenti come fossero stati di vetro. Nelle ultime settimane, tutto il suo aspetto aveva assunto una qualità lievemente artificiale. La sua pelle era fredda al tatto, i suoi capelli non avevano più bisogno di tintura, i suoi occhi splendevano, e sembrava improvvisamente una donna fatta, più matura e più bella.
Non era meno bella di quanto lo fosse stata Drusilla e soprattutto, ai loro occhi, non meno vampiresca.
“Credo di sì. Se sei d’accordo, possiamo tentare. L’incantesimo ad Iside dovrebbe sciogliere il legame Sire - childe che vi unisce ancora”
Buffy sembrò riflettere.
“Allora, facciamolo” disse, senza apparente emozione. Se Dio voleva, in questo modo la sua mente si sarebbe liberata di quell’insopprimibile fardello. Il perpetuo, insistente ricordo di lui, e delle cose che avevano fatto insieme, fin dall’istante di quel loro fatidico scontro sotto il sole, nel campus.
Era passata un’altra settimana dal loro incontro al Bronze, e Buffy era uscita altre tre volte con Riley. Si erano baciati, e lui aveva incominciato, durante un loro incontro serale, ad azzardare alcuni preliminari. La prima volta Riley, sorridendo, aveva osservato come fosse fresca la sua pelle, ma Buffy non aveva sorriso affatto. Sotto le sue carezze, il suo corpo si era istintivamente teso, ma non come…
…non come con Spike. Buffy l’aveva fermato cortesemente, e lui – da perfetto gentiluomo – non era andato oltre.
Sebbene non stessero propriamente insieme, Riley cominciava a considerarsi come il suo ragazzo, ed a comportarsi di conseguenza. Le telefonava almeno una volta al giorno, e l’aspettava – quando era libero dai suoi impegni scolastici come assistente della professoressa Walsh – al termine delle lezioni. Buffy si stava affezionando a lui, per quanto affetto il suo cuore malato di vampiressa potesse provare, un cuore dove c’era posto solo per una passione devastante e senza ragione, che la stava consumando come e più della sete di sangue.
Buffy sapeva che – prima o poi – Riley avrebbe dovuto conoscere la verità.
Per cui, prima l’incantesimo che le legava il cuore veniva sciolto, meglio sarebbe stato per tutti.
“Facciamo un cerchio” suggerì Willow “E tu, Buffy, poniti al centro.”
“Devi toglierti l’anello” propose Tara. “E’ un suo pegno nei tuoi confronti, un suo dono dal potente significato affettivo. Donandoti la radice della sua invulnerabilità, è come se ti avesse donato la sua virilità”
“Ahem…in senso figurato” aggiunse Willow.
Buffy aggrottò un sopracciglio. In senso figurato? Far l’amore per ore ed ore, come affamati?
“Buffy” la rimproverò dolcemente Tara. “Tu stai pensando a lui. Devi liberarti del suo pensiero. Pensa a Riley. E’ un bravo ragazzo, ti vuole bene, e tu ne vuoi a lui”
Buffy si sforzò di pensare a Riley.
Intorno a lei, Tara e Willow cominciarono a cantare la litania ad Iside.
“Spezza il legame che hai creato…frantuma la catena…libera le parti che hai unito…”
“Buffy?” la chiamò Willow dopo un po’. “Sei andata in trance?”
“Cosa? No…credo di no. Io…è finita?”
Willow annuì soddisfatta. “Esperimento perfettamente riuscito. Il legame tra te e Spike è definitivamente spezzato”
Buffy si guardò intorno, gli occhi grandi come quelli di un cerbiatto impaurito
Sapeva che era vero. Il legame era cessato. Non sentiva più l’infinito richiamo del suo sangue.
Per il resto, si disse, ci sarebbe voluto del tempo. Tempo, e l’affetto di Riley.




“Sto molto meglio” disse Buffy a Willow, alcuni giorni dopo. “E, credimi, mi dispiace lasciare questa stanza. Stavo bene con te, qui. Era come abbiamo sempre sognato.”
“Solo, che altre cose sono cambiate, vero?” le disse dolcemente Willow.
“Già” ammise Buffy. “Ed io devo capire bene come. Grazie all’intervento tuo e di Tara, non devo più temere la vicinanza di Spike. Sto meglio. Riesco persino a dormire un po’…di mattina. Ma ora devo capire a cosa destinare questa mia…immortalità”
“La lotta per il bene non ti attira più?”
“Sì, certo” disse Buffy. “E’ proprio quello che intendo. Forse, era destino. Può darci ci fosse un piano divino per rendere la Cacciatrice immortale e così assicurare un lungo periodo di pace agli umani…”
“Umani? E’ così che ci vedi, ora?” le chiese Willow, basita.
“Non ho le idee così chiare, credimi…ma mi sento facente parte di un’altra razza. Solo che non so ancora quale.”
“Sarai un angelo” le disse Willow. “Forte, misterioso, giusto. Lotterai per il bene…e vivrai in eterno”
“E sarò eternamente sola”
“Angel…”
“Non sopporterei un’eternità di castità, credimi. Non più” sorrise Buffy.
“Ciò che conta è che non sia Spike”
“Già” disse solo Buffy, raccogliendo le sue cose. “Non sarebbe pratico vivere ancora insieme. Intendo star fuori tutte le notti, per cacciare e per difendere la Bocca dell’Inferno. E studiare. E forse ricevere Riley…se le cose tra di noi continueranno ad andar bene. Ti disturberei. E poi, così, sarai libera di vedere Oz, di passare più tempo con lui”
“Io…Oz…ho idea che non stiamo più così insieme”
“E quando sarebbe successo?” si stupì Buffy.
“Ti ricordi di Veruca? Beh, lui la guardava sempre…credo che abbiano più cose in comune di quante ne abbiamo noi. Quanto a me…ora passo molto tempo con Tara”
“Tara è un’ottima ragazza. Sono certa che sarà una buona amica per te.”
Willow arrossì. “Forse…più di un’amica”
“Ah” disse solo Buffy. “Credo di essermi distratta durante il film. Quando è successo che…insomma…ti piacciono le donne?”
“Solo negli ultimi cinque minuti…e comunque, non è ancora successo nulla. So che lei è orientata in quel senso…ma pensi che potrei piacerle?”
Buffy sorrise. “Sarebbe una stupida, in caso contrario. Stupida, cieca e sorda”
“Sono lieta di non averti sconvolto”
“Se non ha sconvolto te sapermi a cavalcioni di Spike nella sua cripta…”
“Ehy, questo Xander non me l’aveva raccontato!” esclamò Willow. “Ha visto una cosa del genere?”
“Già. Ma non si ripeterà. Non ora che voi…insomma, che il legame si è spezzato.”
“Ma a te…piaceva?” indagò Willow.
Buffy non rispose.
Aveva ancora un sacco di scatoloni da scaricare quella sera, e – soprattutto – doveva fare la spesa.
Non c’era il tempo di pensare di nuovo a Spike.



Il nuovo appartamento scovato da Buffy era nella palazzina vicina alla Lowell House, la confraternita universitaria dove alloggiava Riley. Questo non era stato certo il motivo determinante della sua scelta, ma a Riley piaceva – con tipico orgoglio maschile – pensare che così fosse.
Buffy aveva declinato l’offerta di appartamenti forniti di cucinino in favore di questo, che possedeva un piccolo giardino coperto ed una grande stanza da letto. In fondo, a lei bastavano, per ovvie ragioni, un piccolo frigo ed un microonde.
Ora, tutta sola nel suo regno, cominciava finalmente a sentirsi meglio. Avrebbe cominciato una nuova vita. In qualche modo, avrebbe fatto fronte al suo nuovo futuro, e si sarebbe costruita un destino.
Doveva farlo, o sarebbe impazzita.
Decise di fare una rapida spesa serale al centro commerciale, per comprare un po’ di lenzuola ed asciugamani, ed alcuni oggetti per la casa, in modo da arredare con un tocco un po’ più personale la grande stanza dove avrebbe passato, studiando, la gran parte delle sue giornate. Se doveva vivere per l’eternità, beh, non voleva farlo da ignorante.
Grande fu la sua sorpresa quando, tra le corsie del supermercato, intravide una familiare testa bionda.
Fu contenta di constatare che, questa volta, il solito istinto non fosse intervenuto. Spike non era più niente per lei. Non lo percepiva più come vampiro, perché ormai era anche lei una di loro, e non lo sentiva più come sire. L’aveva semplicemente visto.
Perché diavolo allora le tremavano le ginocchia?
Anche Spike la vide, e gli venne male al pensiero di quanto fosse diventata bella, da che l’aveva fatta sua.
“Hai bisogno di aiuto?” le chiese, vedendo che lei stava cercando di caricare nel carrello una di quelle librerie smontabili stile Ikea.
“Perché no” disse lei, cercando di sembrare indifferente. Spike sollevò senza fatica la grossa scatola contenente il kit di montaggio, e la mise nel carrello. Non che lei avrebbe faticato di più. Ma era per entrambi una scusa per poter scambiare quattro chiacchiere.
“E’ per la stanza che dividi con Willow?” le chiese lui.
“No. Ho preso un nuovo appartamento. Voglio stare un po’ da sola” spiegò Buffy. “Tu…vedo che stai facendo un po’ di spesa.”
“William the Bloody non fa più la spesa nei vicoli…se capisci cosa intendo”
“Perché?” chiese lei, studiandolo con attenzione. Sotto la luce dei neon fluorescenti, la loro pelle candida, senza vita, risultava ancora più marmorea del solito. Eppure, erano entrambi due magnifiche creature, fatte per stare insieme. Il nero del suo spolverino, l’argento del suo top, e la loro bellezza, maschile contro femminile, alfa – male contro alfa – female. I due predatori del branco.
Spike avrebbe voluto dirle la verità. Che ogni volta che aveva tentato di uccidere, da quando lei era stata sua, si era visto di fronte i suoi occhi dolorosi, il suo viso pallido e teso, solo apparentemente indifferente.
Ma ne andava della sua dignità.
“E’ uno sport che mi ha stancato. Trovo molto più comodo ricorrere al macellaio”
“Ne sono lieta. Ora…se non ti dispiace…”
“Aspetta!” le disse lui. “Ti posso accompagnare?”
Buffy annuì. Uscirono nella notte, e lui l’aiutò a caricare tutta la sua spesa nel vano posteriore della SUV che Buffy aveva preso in prestito dalla madre. Era strano stargli così vicino. Desiderava ancora il suo sangue…ma il legame non esisteva più, e l’incanto era spezzato. Poteva stargli vicino senza per forza dissanguarlo.
Quanto al resto…quella era tutta un’altra storia.
Parlarono del più e del meno durante tutto il tragitto. Quando furono davanti alla sua stanza, Buffy lo invitò ad entrare, e Spike scoppiò a ridere.
“Ti ringrazio…ma il tuo invito non mi serve più”
“Perché?” si incuriosì lei.
“Ormai sei anche tu…una di noi. Non c’è invito che tenga”
“Beh…accomodati lo stesso”
“E’ carino, qui”
“Sì” Buffy mise il sangue che aveva acquistato dal macellaio in due capienti tazze, e le riscaldò nel microonde. Spike si era tolto lo spolverino, e si era seduto sul divano. Accettò il sangue che lei gli porgeva, e sorrise.
“Se vuoi il mio…hai solo da chiedere”
“No, grazie” disse lei, nascondendo a mala pena il suo desiderio. “Quella volta, al Bronze…non avrei dovuto lasciarmi andare in quel modo. I miei amici si sono inquietati”
“Fai che la Scoobie Gang non si inquieti, questo è il tuo motto” ironizzò Spike. “Non credi che tu debba essere libera di essere come sei davvero?”
“E cosa sono, esattamente, Spike?” gli chiese lei, le palpebre abbassate a coprirle gli occhi.
Lui si alzò, e le venne vicino. Le mise una mano sul fianco, e lei trasalì al contatto. “Una creatura della notte” sussurrò, abbassando il capo fino a sfiorarle il capo con le labbra. “Una meravigliosa, sensuale, seducente, ammaliante, creatura della notte. Alla quale non posso fare a meno di pensare giorno e notte, sempre, con la stessa intensità, perché tu sei la mia compagna ed io ti ho creato per questo. Per averti vicino a me, per l’eternità”
Buffy si staccò da lui, improvvisamente.
“Non sono più tua”
“Sì, che lo sei. E lo sai bene”
“No.” Buffy sollevò il capo, e lo fissò. “Willow e Tara, le mie amiche, hanno spezzato il legame sire – childe che ci lega. Potrei polverizzarti in questo stesso istante. E non è detto che non lo farò”
Lui la guardò…orripilato.
“Non starai parlando sul serio?”
“Vuoi mettermi alla prova?” esclamò lei, con sarcasmo.
“Non puoi aver fatto questo. Non puoi aver acconsentito a che ci separassero”
“L’ho fatto, invece, ed era ora! Non poteva continuare così. Il nostro legame ci stava distruggendo. La mia vita non aveva più senso”
“Ne ha invece, ora, di senso?” urlò lui. “Cosa sei, adesso? Una menzogna vivente. Sei stata creata da me per amare, per vivere al massimo…e ti limiti a vegetare in una parvenza di normalità che non ti appartiene, a cui sei estranea”
“Taci!” sussurrò lei, voltando il capo.
“No” Spike si riprese il suo spolverino. “Hai fatto bene, a farlo. Che sciocco sono stato. Tenere così ad un legame tanto impegnativo…ma sì, meglio per tutti così. Sei libera. E sai che ti dico? Sono libero anch’io!”
“Spike…”sussurrò lei. Lo fermò con una mano sulla sua spalla, e lui temette che – stavolta – Buffy Summers si sarebbe davvero vendicata. Beh, sarebbe stato solo giusto. Giustizia poetica. Ed anche piuttosto ironica.
Ma lei lo attrasse a sé, tra le sue braccia, e si impadronì della sua bocca.
“No, Buffy…”
“Sì” mormorò lei. “Non resisto più”
Spike la prese per le spalle, e la spinse contro un muro. Lei gemette sotto l’assalto della sua bocca, delle sue mani, e quando lui le sollevò le gambe per farle intrecciare intorno alla sua vita, per poi affondare in lei, Buffy capì che non c’era via di uscita da quell’amore.
E che quel particolare legame non si sarebbe mai potuto spezzare.
Quel legame che nel mondo non doveva esistere, ma che era così forte, così pressante…out of this world.



5. Tutto detto, tutto fatto.


Tutto detto, tutto fatto, Spike e Buffy giacquero insieme nel suo grande letto mai usato prima, tra le lenzuola di seta viola che lei aveva acquistato da poco al supermercato, cedendo ad un impulso insensato.
Le lenzuola erano già sporche di sangue: il suo, e quello di lei, che si erano scambiati con una frenesia che aveva ricordato ad entrambi i primi tempi del loro particolarissimo ménage.
Dopo aver fatto l’amore in piedi, con i vestiti ancora indosso, si erano spostati in bagno, dove si erano amati sotto una doccia bollente, che avrebbe ustionato chiunque non fosse già stato morto, ma che aveva gradevolmente riscaldato la loro pelle fresca. L’acqua aveva attutito le grida di piacere di Buffy, e le altrettanto rumorose manifestazioni di Spike. Poi, si erano asciugati, Buffy aveva fatto il letto con le lenzuola nuove di zecca, ed avevano ripreso ad amarsi tra quei cortinaggi color ametista, della stessa sfumatura di quelli che lui aveva nella sua cripta.
Ora, esausti, stravolti dalla perdita di sangue, e dall’ingestione di quello altrui, fissavano entrambi il soffitto del piccolo appartamento, mentre la notte sussurrava fuori dalla finestra aperta.
Spike non riusciva ancora a crederci. Possibile che avesse tanta poca dignità da cedere alle sue voglie, ed alle proprie, dopo quello che lei aveva fatto? L’aveva rinnegato, aveva rinnegato tutto quanto c’era stato tra di loro…e lui era di nuovo tra le sue gambe, come se nulla fosse.
Il vampiro era furioso con se stesso.
“Dove stai andando?” gli chiese Buffy, scivolando di nuovo nel volto della caccia. Qualcosa nella sua postura, rigida e tesa, le suggeriva la sua rabbia.
“Via di qui. Non sono un maledetto stallone.”
“Non ho mai pensato che lo fossi”
“Mi pare il contrario. Ci hai rinnegati, Buffy. Cosa vuoi ancora da me? Altro sesso? Sangue? Rivolgiti al tuo ragazzo, quel Riley. Sono certo che, muscoloso com’è, sarà in grado di soddisfarti”
Buffy si voltò, e lo schiaffeggiò, tornando poi al suo volto normale.
“Sei un bastardo” gli disse, gli occhi pieni di lacrime. “E’ tutta colpa tua. Non ho chiesto io di essere trasformata in questa cosa immonda…e non ti ho chiesto io di sedurmi. Se tu mi avessi ucciso, e basta, nulla di tutto questo sarebbe accaduto!”
“Non potevo fare a meno di te” le confessò Spike. “E non potevo aspettare che tu mi accettassi nel tuo mondo. Ti volevo, e non avevo altra scelta”
“Che tu sia maledetto! Hai rovinato la mia vita, ed ora osi insultarmi!”
“Io ti insulterei? Solo perché mi rendo conto che mi stai usando come si usa una puttana?”
Buffy tacque. “Hai ragione” disse dopo un attimo. “Ti ho usato. L’altra sera, al Bronze, e stanotte. Ma è finita. Stavolta è veramente finita. Esci dalla mia vita, una volta per tutte. I cinque minuti delle scuse da parte mia sono scaduti”
Spike raccolse la sua roba, ancora completamente nudo e furioso.
Ed in quel momento il campanello della porta squillò.



Buffy e Spike si fissarono. Nessuno dei due indossava un solo capo di vestiario.
“Aspettavi qualcuno? Chiunque sia avrà una bella sorpresa…”
“Ti prego, vattene” implorò Buffy.
“Ti vergogni di me, amore?” le chiese Spike, con un sorriso, ma i suoi occhi erano ancora pieni di ira e delusione. “Peccato. Credo che dovrai affrontare le conseguenze della tua indecisione. Fuori o dentro. Con me o senza di me.”
Buffy scosse il capo. Non gliel’avrebbe data vinta, implorandolo di scappare dalla finestra.
Spike si chiuse misericordiosamente in bagno, e Buffy indossò velocemente una t – shirt, chiudendo dietro di sé la porta della camera da letto. Non fu sorpresa di trovarsi di fronte Riley.
“Stavi…dormendo?” le chiese lui, soffermandosi con lo sguardo sulle sue gambe nude, sui suoi capelli in disordine, e sul suo viso sul quale evidentissimi erano i segni della sua passione. Ma ciò che davvero attrasse l’attenzione di Riley fu la vistosa ferita sul collo della ragazza, dove un po’ del suo sangue si era rappreso.
“No” rispose lei. “Riley, non è un buon momento”
Riley indicò la ferita. “Qualcuno ti ha…aggredita?”
Buffy lo fissò chiedendosi cosa poteva dirgli.
“Se aspetti un istante, mi vesto e ti accompagno fuori. Potremmo fare una passeggiata. Io…devo parlarti”
Riley annuì. Buffy richiuse la porta, e si voltò per affrontare Spike.
“Mi dispiace” gli disse.
Il vampiro indurì la mascella.
“Di cosa? Di essere venuta di nuovo a letto con me?”
Buffy si arrabbiò di nuovo.
“Tra le altre cose” rispose, a denti stretti. “Ti consiglio la finestra”
Spike la fissò, un’ultima volta, e le si avvicinò. Le mise una mano sulla guancia, e la guardò con i suoi profondi occhi blu, dietro ai quali Buffy non sapeva mai davvero leggere. “Dimenticati di me. Se ti riesce”
Buffy chiuse istintivamente gli occhi, aspettando un bacio.
Ma lui era già sparito.




“Eccomi qua” disse la ragazza, chiudendo la porta a chiave e prendendo il braccio di Riley. Aveva indossato in fretta un paio di jeans ed una camicetta bianca, e si era pettinata i capelli in una coda di cavallo. Nonostante il suo volto fosse privo di trucco, era più bella – e più pallida – che mai. Riley l’adorava.
Ma Riley non era stupido. E cominciava seriamente a temere la chiacchierata che lo attendeva.
Passeggiarono un po’ lungo l’argine del piccolo fiume che costeggiava il campus. “Ti chiederai perché non ti ho fatto entrare in casa, prima”
“Sì, effettivamente me lo stavo chiedendo” sorrise lui.
“Non ero sola”
“L’avevo intuito”
“Ero con…Spike”
“Quel ragazzo dell’altra sera? Al Bronze?”
“Esattamente”
“Credevo che fosse una vecchia fiamma dei tempi della scuola superiore” disse Riley.
“In verità, no. Sì, ci conosciamo da anni, ma siamo diventati intimi solo negli ultimi mesi. Io…lui….oh, mio Dio, non so da dove cominciare”
“Dall’inizio” mormorò Riley, con la voce che gli si spezzava.
“Credi ai vampiri?” disse Buffy.
E qui, Riley la stupì.
“Sì”
Buffy lo fissò, sconvolta. E lui sorrise.
“Ho anch’io i miei segreti, Buffy, e per ora ti basti sapere che credo ai vampiri, all’esistenza delle forze del male, e di molte altre stranezze che per secoli hanno popolato fiabe e leggende.”
“Riley…quello che ti dirò resterà un segreto?”
“Te lo giuro”
“Sono un vampiro”
“E’ impossibile” replicò Riley. “Circoli di giorno”
“L’anello…quell’anello antico che ammiravi l’altro giorno. E’ la gemma di Amara. Consente ai vampiri di resistere al sole…e di essere invulnerabili”
Riley l’osservò. Ripensò alla strana freddezza della sua pelle al tatto, alla sua bellezza trascendentale, ai cambiamenti che lei aveva subito da alcune settimane a quella parte…
“Da quando?” le chiese.
“Da circa due mesi.”
“E…”
“E’ stato lui a vampirizzarmi. Spike è il mio sire”
“Perché?” chiese Riley.
“Perché io sono la Cacciatrice, e lui aveva giurato di uccidermi. Invece, mi ha trasformata e mi ha tenuto con sé. Però, qualcosa non è andato secondo le previsioni. Non ho perso la mia coscienza, il mio senso del bene e del male…e non uccido. E Spike è stato mosso a pietà dalla mia tristezza, e mi ha restituita ai miei amici”
“Quel bastardo!” esclamò Riley nel silenzio della notte. “Ti ha tolto tutto quello che possedevi, e secondo te ti ha anche fatto un favore?”
“Non lo so.” ammise Buffy. “I primi tempi mi sembrava di impazzire. Il legame con lui era troppo forte, bramavo il suo sangue, la sua presenza…e, sì, anche il sesso con lui. Poi, Tara e Willow hanno spezzato il nostro legame sire – childe, ed io sono rifiorita. Solo che…mi basta vederlo, e ricado nelle vecchie abitudini. Sesso e sangue”
Riley non parlò.
“Ti ho sconvolto?” disse lei. “Mio Dio, come devi detestarmi…”
“Non ti detesto affatto” disse infine lui. “Sei solo una vittima, e lui è un assassino. Sei preda di una specie di sindrome di Stoccolma: ti sei affezionata al tuo stupratore, a colui che ti ha vampirizzato. E’ una reazione psicologica normale. Puoi guarire.”
“Non si guarisce dal vampirismo” disse lei, malinconicamente.
“Non era questo che intendevo” replicò Riley. “Voglio dire, puoi guarire dalla dipendenza da Spike. Se l’incantesimo delle tue amiche non è abbastanza forte, ne proveremo degli altri. Riusciremo a staccarti da lui definitivamente.”
Lei lo fissò.
“Come fai a sapere tutte queste cose?”
Riley le sorrise. “L’esercito degli Stati Uniti studia da tempo questi fenomeni. Buffy, non sei l’unica a combattere le forze del male”
Buffy tremò.
“E cosa sono adesso, per te…una forza del male? Un demone? Una bestia immonda?”
Riley non rispose subito.
“Guarirai” le disse poi con voce distante. “Ci sono persone che possono aiutarti, e la professoressa Walsh è una di queste”
Non ci voleva una laurea in psicologia per capire che per Riley Finn, onesto ragazzo dello Iowa, esistessero solo il bianco ed il nero e che lei, dopo le sue confessioni, fosse impietosamente scivolata nella seconda categoria.
Conclusero la loro passeggiata in silenzio, e Buffy si ritrovò a pensare ai due mondi ai confini dei quali abitava.
Quello della luce, e quello della tenebra. Il nero e l’argento.
E sembrava che, in fondo, non appartenesse davvero a nessuno dei due.
Che cosa le restava?


5. Cercando.


“E così, Riley conosce i vampiri?” si stupì Willow. “Ed ha detto che l’esercito sta studiando il fenomeno? E che la professoressa Walsh potrebbe aiutarti?”
“Così pare” rispose Buffy, passeggiando alcune sere più tardi nel campus, i paletti a disposizione dentro la cintura dei jeans. Tara e Willow erano state al cinema insieme, l’avevano incontrata per strada, ed avevano quindi deciso di tenerle compagnia per un tratto. Buffy notò felice che le due ragazze si tenevano per mano.
“Ti fidi di loro?” le disse Tara, come sempre la più intuitiva delle due.
“No” disse Buffy. “Non è colpa sua, l’ha detto con le migliori intenzioni…ma mi ha fatto sentire quasi sporca. Sbagliata”
“Non hai colpa di nulla, Buffy.”
“Lo so.”
“E non è peccato andare a letto con chi si vuole” aggiunse Tara. Le altre due ragazze la fissarono, sorprese. Tara illustrò il suo originale punto di vista. “Credimi, io so cosa significa sfidare le convenzioni. Se desideri Spike…perché no? Ormai il male è fatto. Forse, siete ancora in tempo a costruire qualcosa di buono. Tu vivrai e lotterai in eterno…avrai bisogno di un compagno forte, che si prenda cura di te e ti sostenga. Potresti altrimenti pagare a caro prezzo l’effimero amore di un umano”
Willow fu ancora più stupita di Buffy. “Tara…pensi davvero che Buffy dovrebbe cedere alla sua attrazione per Spike? E’ tutta colpa sua!”
“Se lo desidera, perché no! Vorresti che la persona che ti ama rinunciasse a te solo per degli stupidi pregiudizi?”
Oh, qui la faccenda stava diventando personale e scottante!
Buffy si allontanò da loro, immersa nei suoi pensieri, mentre Tara e Willow finalmente si confrontavano con le loro emozioni.
“Io non potrei mai rinunciare a te, Tara” mormorò Willow. “Non mi importa se non mi vuoi. Ti sarò amica. Solo, ti prego, non lasciarmi…”
“Willow” mormorò Tara, con le lacrime agli occhi. “Sapessi quanto ho atteso questo momento…”
Willow si avvicinò, ed assaporò con un lieve bacio le lacrime che ornavano i begli occhi grigi di Tara, il suo morbido viso di madonna rinascimentale. E poi, con coraggio, le sue labbra sfiorarono la sua bocca piena, in una carezza piena di promesse.
Chiudendo gli occhi, e sospirando, Tara e Willow si scambiarono il loro primo, tenero, memorabile bacio.




Sentendo ancora nelle orecchie le parole liberatorie di Tara, Buffy arrivò fino al Restfield. Il cancelletto della cripta di Spike era aperto, e lei entrò senza bussare. Harmony sobbalzò sulla sua poltrona quando la cacciatrice entrò.
“Sei venuta a vendicarti?” esclamò la vampiressa, con tono melodrammatico.
“Rilassati” commentò Buffy. “Dov’è Spike?”
“Ah…” Harmony sorrise. “Meno male. Spike non abita più qui. E’ andato via la notte stessa in cui tu sei andata via”
Con suprema pazienza, Buffy si limitò ad inarcare un sopracciglio. “ Ed ora dove abita?”
“Fuori città. In una vecchia fabbrica abbandonata. Dove era già stato con Drusilla”
“Ricordo il posto” commentò sinteticamente Buffy. “Ah…Harmony. Quel look è così datato. Fossi in te, cercherei di aggiornarlo.”
Buffy cercò di non pensare ai brutti ricordi che la fabbrica le evocava. Spike, Drusilla…ed Angel, il giorno del suo diciassettesimo compleanno. E la notte…pensò solo a Spike. Ed alla finestra di azzurro che le parole di Tara le avevano improvvisamente aperto dentro.
Lo trovò da solo, che guardava la televisione, una bottiglia di bourbon in mano.
“Cacciatrice” le disse solo, ed era palesemente ubriaco.
Buffy lo stese con un pugno.
Quando Spike si risvegliò, era disteso tra lenzuola di seta viola, in un bell’appartamento dai mobili nuovi e le tende spesse.
Buffy era di fronte a lui, adorabile in una camicia da notte di sangallo ricamato, sebbene fuori fosse già giorno.
“Ce n’è voluto di tempo” rise lei. “Benvenuto tra di noi”
“Io…cosa?”
Buffy lo costrinse a stendersi di nuovo. La testa gli girava: era da parecchio che non prendeva una simile sbornia.
“Ti leggo le regole della casa” gli disse Buffy. “No alcool. No sigarette. No sangue umano. Fila dritto, ed io e te andremo d’accordo. Tra le cose positive? Ho fatto mettere la TV via cavo”
“Eh?” le chiese il vampiro, stupito.
“Ah…dimenticavo. Il mio sangue è gratis, e sempre a disposizione. Come il mio corpo”
A dimostrazione, Buffy si tolse la camicia da notte della nonna, tutta di pizzi bianchi, e rimase completamente nuda, e meravigliosa, davanti ai suoi occhi esterrefatti. Si mise a cavalcioni su di lui, e gli accarezzò le braccia, legate con un paio di manette alla testiera di ottone del letto mentre dormiva.
“Perché dobbiamo stare nella notte?” gli chiese sorridendo, agitandosi lievemente su di lui, e godendo nel sentirlo risvegliarsi a nuova vita. Sollevando il bacino, Buffy si abbassò dolcemente su di lui, prendendolo fino in fondo, e facendo gemere entrambi per la forza della sensazione. “Io amo il giorno. Abbiamo la gemma. Abbiamo noi stessi. Separati non possiamo stare, è evidente…ed allora uniamoci…se io lotterò per il bene, tu mi aiuterai, ed insieme daremo un senso a tutto questo che ci è accaduto. E se lo faremo, non sarà stato un peccato…non credi?”
“Ah – ah” rispose Spike, incapace di formulare un pensiero più coerente, mentre lei si muoveva piano su di lui alla ricerca dell’angolazione migliore, acuendo la sua dolce agonia.
“Sono lieta che tu sia d’accordo con me” continuò lei, accarezzando con la mano la base della sua virilità, mentre lui si tendeva dentro di lei, incapace di resisterle. “Perché, sai, ci ho pensato parecchio. Il mondo degli umani non è più il mio mondo, ma non appartengo neanche alle tenebre. Allora, io e te cercheremo il nostro mondo. E lo creeremo a nostra immagine e somiglianza…così!”
Lei accelerò il ritmo, e Spike venne, incapace di trattenersi.
Sorridendo, Buffy si chinò per baciarlo.
“Qualcosa in contrario?”




“Buffy?” le chiese lui, dopo, la testa di lei sul suo petto, entrambi meravigliosamente abbandonati.
“Uhm?”
“Sulle sigarette non potremmo scendere a patti? Un pacchetto al giorno, che ne dici?”


Epilogo.


Il Bronze era affollato come ogni venerdì sera, quando la coppia di vampiri fece il suo trionfale ingresso. Entrambi vestiti di pelle nera, entrambi biondi, la loro bellezza possedeva una nota trascendentale, un fascino tali da far girare le teste al loro passaggio. Lui era vestito di nero, con un lungo spolverino di pelle consunta, e lei aveva una giacca lunga di pelle nera su di un miniabito nero, con stivali di velluto con i tacchi alti, ed una massa luccicante di capelli biondi sciolti sulle spalle.
Non degnarono gli altri frequentatori del locale di un’occhiata. Si diressero a passi lunghi, da predatori, verso la pista da ballo, e lì lui la prese per la vita. Buffy appoggiò la testa sulla sua spalla, e cominciò a danzare al ritmo dolce ed insinuante della musica.
Avevano già cacciato, quella sera: tre vampiri e due demoni, giù nei sette cimiteri della città, ed una coppia di balordi umani messi in fuga. Ora, era dolce abbandonarsi alla musica, prima di tornare a casa, ed al loro comodo letto.
La notte era ancora lunga e, sebbene a modo loro, erano due autentiche creature dell’oscurità. Anche se Buffy e Spike, e questo tutti lo sapevano sulla Bocca dell’Inferno, vivevano solo secondo le proprie regole.
Buffy sorrise: i suoi amici erano tutti lì, quella sera, vicini a lei, eppure così diversi. Tara e Willow, perse nella dolcezza del loro giovane amore, Xander ed Anya. Ma la diversità non impediva l’affetto, e la compassione. E persino Riley ne stava mostrando, perché si avvicinò a lei, e le chiese dolcemente di ballare.
Buffy si staccò con un istante di rimpianto da Spike, e rovesciò il capo per guardare meglio negli occhi l’uomo che avrebbe anche potuto essere il suo …se solo il disegno del destino non fosse stato così radicalmente diverso e bizzarro.
“Ho parlato con la Walsh” le disse Riley. “Sia tu che il tuo…vampiro, siete al sicuro. Nessuno intralcerà le vostre attività di difesa dei civili, e nessuno dei miei ragazzi vi attaccherà. Te lo giuro”
“Grazie” sorrise lei. “Avevo sempre saputo che avremmo potuto essere amici. Ora, so che siamo anche alleati in questa lunga guerra.”
Lui arrossì. Lei era sempre più bella.
“Sembri una principessa. Quasi mi dispiace dirlo, ma non sei mai stata così bella, così felice. Se è lui a renderti tale…non mi resta che accettarlo”
Buffy si sollevò sulla punta dei piedi, e gli sfiorò le labbra con le sue, e lui ancora una volta si stupì di quanto fossero fredde.
E poi, lei si allontanò verso il suo vampiro, intrecciò le dita alle sue, ed insieme si allontanarono nella notte.


FINE
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