Capitolo 1.


Il vampiro, sempre con la cacciatrice tra le braccia, che si stava riprendendo, aprì la porta con un calcio ben assestato.
Il suo ingresso fece voltare due teste bionde.
Due teste bionde che, con tanto di corpi al seguito, giacevano tra il relitto di un divano e la polvere del pavimento di pietra, inestricabilmente allacciate.
Nemmeno l’autore di una soap avrebbe potuto studiare un colpo di scena così.

Quattro voci parlarono all’unisono.
“Angelus!”
“Spike!”
“Faith!
“Buffy!”
Il vampiro biondo si tirò su in piedi, cercando di togliersi la polvere….e la bionda…di dosso. “Angelus…che enorme piacere rivederti! Quand’è stata l’ultima volta? I945 o giù di lì? Quel cazzo di sottomarino…”
“Che diavolo hai fatto a Faith?” si intromise Buffy, accorrendo verso la sua collega. Faith la fissò con uno strano sguardo languido: non si stava poi così male tra le braccia del vampiro bruno, e la dolce febbre che il suo morso aveva acceso in lei la rendeva più docile…e…
“Faith, ma che diavolo succede? Perché ti ha morso? In questa realtà…non ha l’anima?”
“Tu…hai l’anima?” rise Spike, beffardo. “O sono queste due che delirano? Questa bionda Slutty è da ore che mi dice che anch’io nel suo mondo l’avrei…oops…avuta…”
“Ehy, non offendere! Non sono una troietta!”
“Noooo” rise Spike. “In effetti una che va da un onesto vampiro durante il suo riposino di bellezza, gli pianta un tacco sull’uccello e poi quasi lo violenta…tutto può definirsi tranne una troietta…”
“Chi diavolo è ?” s’intromise Angel, appoggiando Faith con cura su una vecchia poltrona. Lei quasi fece il broncio, per essere messa giù. Un adorabile broncio, dovette ammettere Angel, viste quelle belle labbra a cuore…
“Il tuo grande amore” sospirò Faith.
“Eh? Ma non dovevi essere il mio grande amore?” interloquì Spike. “Se sono arrivato secondo anche qui giuro che mi impaletto da solo”
“Tieni il paletto” gli disse Buffy, lanciandogli il suo “E non rompere. Allora, ricapitoliamo…hai l’anima?”
“No” rispose Spike, indignato.
“Non parlavo con te. Ma con Angel…o Angelus?”
Il vampiro bruno la fissò, riunendo le punta delle dita sotto il mento. Mmm, pensò Buffy, difficile dire…
”Secondo te?” le chiese, studiandola. Una piccola cosina graziosa. Kinda hot.
Ma non era il suo genere. La bruna, invece, con quelle curve burrose…
“Secondo me sei il solito gran figlio di puttana” rise Buffy. “Bel paio, voi due. Ma spiegami perché hai morso Faith?”
“Perché aveva bisogno di nutrirsi” interloquì Spike, accendendosi una sigaretta, la camicia ancora slacciata sul suo torace nudo, sotto lo spolverino, sexy come l’inferno. Lo sguardo di Buffy, suo malgrado, si perse su quei dettagli…rischiando di farle perdere il quadro generale. Ahem, già. La missione.
“Mi sembra ovvio” continuò il vampiro, ed il fumo azzurrino della sigaretta sottolineò il blu intenso dei suoi occhi. “Quando un vampiro uccide è perché ha bisogno di nutrirsi. Beh, nel caso di Angelus…anche di nutrirsi. Ma qui abbiamo un soggetto che in effetti…lascia viva la sua preda. Forse perché qualcosa è cambiato in lui. Ergo, il discorso dell’anima mi convince. Angelus, ma come cazzo ti è successo?”
“L’hanno maledetto degli zingari” si intromise Faith. “Ma …Angel…non hai risposto alla domanda di Buffy. Ti sei nutrito di me. Bene. Non mi hai ucciso. Meglio. Ma l’anima non dovrebbe impedirti una dieta…ehm…umana?”
“Secondo te…da quand’è che io non assaggiavo più sangue…umano?”
“Un secolo” disse Spike, a naso.
“Esatto”
“E perché…me….?” C’era una punta di innegabile compiacimento nella voce di Faith.
“Ad estremi mali, estremi rimedi. Avevo bisogno di evadere¸ tu eri lì ad aiutarmi…ma ti sarei servito a poco, debole. Non mi era mai capitato di bermi una cacciatrice…ora so quanto mi faccia sentire…potente”
“E…virile” soggiunse Spike, lanciando un’occhiata languida al collo di Buffy.
“Ehy, a cuccia!” replicò lei, dura. “Il blood – play dopo, quando finalmente scoperemo”
Faith scoppiò a ridere. “Cambiano i mondi e le dimensioni, ma certe cose non cambiano mai. Spike…sarai sempre il suo cagnolino.”
“Col cazzo” replicò il vampiro, fuori di sé. Riallacciandosi la camicia, rivolse uno sguardo altero agli altri tre. “Angelus…fratello…anima o non anima, se scegli di restare con queste sciroccate…beh…sono fatti tuoi. Ma io non resterò qui a farmi insultare.”
Se ne andò senza guardarle.
Faith contò lentamente.
Uno, due, tre….
Prima del quattro, Buffy era già corsa dietro di lui.


“Dimmi chi siete e che volete da noi. E sii breve ed esaustiva….”
Faith lo fissò. Oooh, le piaceva quando faceva il duro.
Ma c’era qualcosa che non tornava.
Nella loro dimensione, l’Angel che ancora non aveva incontrato Buffy e la sua missione non era così sicuro di sé, al punto di assaporare il sangue di una cacciatrice mai incontrata. Palle e sensibilità non gli erano mai mancate, erano un po’ la sua carta d’identità, ma questo Angel aveva un guizzo in più. Una specie di ruvida concretezza che lei trovava…eccitante almeno quanto lo era stato il suo morso.
Il suo secondo morso.
Il primo, quello che Angelus le aveva impartito nella sua dimensione, a Los Angeles, non era stato che una pallida imitazione.
Questo Angel, con l’anima, era the real deal.
Lo fissò con ammirazione.
“Veniamo da un’altra dimensione. Io e Buffy. E siamo entrambe cacciatrici. Ti spiegherò poi il perché e il percome, non ha importanza. Ti basti sapere che nella nostra dimensione tu e Spike siete due campioni del bene. Specie tu. Hai combattuto per anni, senza sosta, contro il male. Sei un eroe…e mi ha salvato la vita”
“Fisicamente?”
“In tutti i sensi che contano” replicò lei seriamente, osservandolo di sotto le lunghe ciglia scure. “Io ti devo molto, Angel”
“Io non sono il tuo Angel”
“Sì, ma….”
“Perché siete venute? E – bada – non ti sto nemmeno chiedendo il come. So che ci sono modi di attraversare le dimensioni.”
“Beh…è cominciato tutto quando una certa persona è venuta da me. Il quando, innanzitutto. Nella mia dimensione io ero nel 2005.”
“Sei anni dopo…di adesso”
“Già. Ma il nostro è un mondo molto diverso. Il Maestro è morto da tempo, e la tua vita e quella di Buffy si sono separate da tanto. Tu vivevi a Los Angeles, ed eri diventato l’amministratore delegato di un potente studio legale che, in verità, era la copertura mondana del Male…quello assoluto, ed interdimensionale”
“Ma …non avevi detto che avevo l’anima?”
“Appunto. Quale migliore modo di combattere la Bestia, su larga scala, che entrare nel suo Ventre?”
“Non mi convince, ma vai avanti”
“D’accordo. C’è dell’altro, ovviamente, ma avremo tempo per parlarne. Ad un certo punto tu ed i tuoi alleati avete lanciato un’offensiva in grande stile contro la Wolfran & Hart e i membri del Rovo Nero, un circolo demoniaco di grande potere. Beh, sapevamo che non avevate speranze. Lo sapevate anche voi. Ma era la vostra battaglia, e l’avete combattuta. Cazzo se l’avete combattuta”
“E…poi?” l’espressione del vampiro era indecifrabile. Stava attentamente valutando le parole della giovane donna.
“E’ finita com’era prevedibile. Avete perso.”
“Continua”
“Io e Buffy abbiamo continuato la nostra vita. Lei a Roma, dove viveva con l’Immortale…sì…so che lo conosci….ed io in Africa. Con il mio ragazzo. E cacciavamo, raccoglievamo e addestravamo nuove cacciatrici…fino a che un giorno, a Nairobi, sono arrivate due persone. Due persone che conoscevo.”
“Avevi detto una”
“Sì…certo…ma lui non era solo. Era con una donna. La sua donna”
“E di chi diavolo stai parlando?”
“In questa realtà non lo conosci ancora. Ma era il tuo migliore amico. L’uomo che ti ha fatto più male…e che pure ti ha salvato” Faith lo fissò. “Wes.”
Lo sguardo di Angel non tradì alcuna emozione: quel nome ovviamente non gli diceva nulla. Ma Faith continuò.
“Wesley Whyndham – Pryce. Peccato che fosse morto”



“La vuoi smettere di sfuggirmi?” ansimò Buffy, tenendogli dietro con il fiato corto. Spike era un cazzo di corridore, quando ci si metteva.
“E tu vuoi smetterla di trattarmi come se fossi il tuo zerbino?” urlò lui. “Accettavo certe cose da Dru, ma lei era la mia nera regina, e mi amava. Tu dici di non provare nulla per me, per me non sei nessuno, ed a comando non scopo. Per cui, aria”
“Hai ragione” si arrese Buffy. “Ho di nuovo sbagliato tutto”
“Vorresti dire che mi hai raccontato solo bugie? Che in realtà mi hai follemente amato? E a me dovrebbe…importare?”
“Lo so che per te non conto nulla. A male pena, forse, ti attiro fisicamente. Ma mi hai amato. Ed è stato un sentimento vero, che ha profondamente impattato sulle nostre vite. Sulla mia almeno quanto sulla tua.”
“Perché allora mi stai trattando in modo tanto superficiale?”
“Ma non lo capisci?” disse lei. Aveva un modo di fare brusco, deciso, che però non smentiva il luccichio sospetto nei suoi occhi. Il genere ice princess con cuore di panna non gli dispiaceva, in effetti. “Nella mia realtà siamo stati l’uno dell’altra. E poi…tu sei morto, ed io sono andata avanti con la mia vita. Mi sentivo quasi sollevata, lo ammetto. La profondità del nostro legame aveva tenuto sotto scacco la mia vita per anni, ed ora ero libera…ma non ho trovato ciò che desideravo.”
“Cosa hai trovato?” chiese lui, fissandola….e stupendosi della sua immaturità. Il che non era poco, trattandosi di William the bloody.
“Ho trovato un uomo che aveva tutti i tuoi requisiti…il fascino, il sex appeal, l’immortalità….ma che non era te. E non potevo accettarlo. Pensavo ancora a te. E quando seppi che eri di nuovo…morto….”
“Un momento. Non si muore una volta sola? Almeno, una volta che sei polvere…”
“ A me lo dici?” rise amaramente Buffy “E’ una lunga storia. Sei tornato in vita, dapprima come fantasma….e poi in forma corporea. Ma ti sei unito ad Angel in una lotta contro il male su scala interdimensionale che…ti ha nuovamente ucciso”
“Che fregatura” ribatté Spike, con le mani che gli tremavano, mentre buttava via il mozzicone.
“Già. Beh…ci misi una pietra sopra. Non era destino, evidentemente. Solo che…”
”Solo che….”
“Faith…la ragazza che hai appena conosciuto…venne da me. Con una persona che ben conoscevo. E che ci disse che se pure eravate morti, tu ed Angel, la vostra lotta contro il male continuava in un’altra dimensione, e che quella dimensione era a rischio estinzione, che voi avevate bisogno di alleati…ecco, pensai…forse non tutto è finito. Stavolta posso fare qualcosa per salvarvi….”
”Tutto ciò ancora non spiega il ti meno – ti scopo” replicò Spike, duramente.
“Era così che funzionava, sai? Io venivo nella tua cripta, quand’ero sola e disperata…e ti scopavo a sangue. E tu riempivi un buco nel mio cuore che, senza di te, esiste ancora. Ma quando abbiamo fatto i bravi, ed abbiamo cercato di essere nobili e platonici…beh, le cose non sono andate bene. Mi sono detta che se dovevo ritrovarti duro e senz’anima…tanto valeva ricorrere ai vecchi schemi. Inutile perdere tempo. Almeno ti avrei avuto…ancora un po’…per me. In fondo tu non mi ami. E non hai un’anima. Perché ti da così fastidio una relazione sado – maso, che c’è di male? Una volta mi hai detto che sei un vampiro, che cammini sul lato in ombra…”
Lui la fissò. Era il discorso più idiota che avesse mai sentito.
La prese di scatto e la sbatté contro un albero.
“Vuoi dire che ti basterebbe…scoparmi? E che qualche volta mi faresti anche stare sopra?”
Lei si morse le labbra, a pochi millimetri da quelle di lui.
“No alla prima domanda, sì alla seconda” sussurrò. “Ma è già un inizio”
Lui la prese in giro, senz’anima e spietato. Lei cercò nei suoi occhi l’altro Spike. Ma non riusciva a scorgerlo, non ora, perlomeno. Lui era sulla difensiva.
“E’ solo fottere, baby”
“Beh…dammi almeno questo” replicò lei, chiudendo gli occhi in attesa del suo bacio.
La bocca di lui sulla propria, finalmente, cancellò ogni pensiero razionale.



Il vampiro le si avvicinò alla velocità della luce. Prima che Faith potesse fermarlo, le sue dita erano sul suo collo.
A saggiare piano il morso.
Quello suo.
E quello lasciato dal suo alter ago, anni fa…o nel futuro. A seconda dei punti di vista.
“Sei già stata mia…” le disse, con tono sognante.
“No…” replicò lei.
“Intendo nel sangue” sorrise lui, un sorriso appena acceso, insinuante come una carezza. “Ti ho morsa. Riconoscerei i miei morsi da milioni d’altri. E’ per questo che ti ho voluta di nuovo…ma dimmi com’è possibile. Perché ti ho morso…”
“E’ stato Angelus…”
“La mia versione senz’anima?” intuì lui. “Non è che cambia molto, no?”
“Già” sorrise lei. La sua vicinanza le rimescolava lo stomaco. “Solo che tu non sei andato…fino in fondo. Prova ne è che sono lucida, che riesco a parlare. Ma mi dovrai presto dare altri liquidi, altrimenti sverrò…”
”Lo farò. In cantina ci sono delle bevande.”
“Reidratarmi con aranciata scaduta, che sogno” ironizzò Faith. “Non puoi andare in ospedale e procurarmi una soluzione salina?”
“Dopo il tramonto la città non è sicura. Mi staranno cercando” Angel sorrise di nuovo. “ Ma ovvio che lo farò. Ti prometto che avrai i tuoi liquidi doc”
“Bene. Così si parla. Comunque, lui ci è andato, fino in fondo…o almeno, ci ha provato. Non ci è riuscito”
“Perché?”
“Perché nel mio sangue c’era una sorpresina per lui” sorrise lei, socchiudendo gli occhi per la debolezza. “Una droga chiamata Orpheus”
“Non so cosa sia”
“E’ una specie di droga magica. L’ha mandato in orbita. Ma non è questo che volevi sapere, vero?” intuì la donna.
“Perché hai attraversato le dimensioni per salvarmi? E perché l’ha fatto la tua amichetta vogliosa?”
“Perché vi abbiamo amato”
“Sii più esplicita”
“Lo sarò. Buffy è stato il tuo grande amore…e per anni ha condotto una specie di danza con Spike. Non credo di esagerare dicendo che siete stati i due uomini più importanti della tua vita…”
“Stai divagando”la rimproverò dolcemente lui. “Non mi hai ancora detto la cosa più importante. Perché tu l’hai fatto?”
Lei sollevò lo sguardo su di lui.
“Sì che te l’ho detto. Mi hai salvato la vita…”
“Non ci credo” lui lo disse piano, fissandole le labbra. “Secondo me non è solo per questo.”
“Ho una missione, e la condurrò a termine” rispose lei deglutendo, facendosi forza. “Sono una cacciatrice, e tu questo me l’hai insegnato più di chiunque altro”
Angel non disse altro. Questo Angel non era meno enigmatico dell’altro.
Si infilò una giacca che prese da un vicino armadio, e si allontanò. A quel che pareva, ci abitava lui, in quella casa, prima di essere catturato dal Maestro. Si accorse con un sussulto che non sapeva nulla di lui. Né dei motivi per cui era caduto prigioniero del Maestro, né del perché fosse in quel buco di merda di città. Nulla delle sue intenzioni, dei suoi scopi.
Se non che era Angel. Bastava e avanzava, per lei.
“Torno presto. Vediamo cosa possiamo fare per quella soluzione fisiologica” le sorrise, uscendo.
Faith si rilassò contro la poltrona, chiudendo gli occhi.
Cielo, quella specie di euforia non passava….





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