4. Out of this world.


“Buffy non è più di questo mondo” disse Tara, e Willow annuì. Quanto era avvenuto la sera prima al Bronze l’aveva reso evidente. Potevano scacciare Spike, tenerlo per sempre lontano da Buffy…ma lei non sarebbe mai più stata la ragazza che loro avevano tanto amato. Mai più.
“Non so cosa fare” si chiese Willow. “E’ come con Oz. Entrambi si stanno allontanando da me, ed io non so cosa fare. So che non torneranno…non quelli che erano, almeno. Ma non posso fare a meno di soffrirne”
“Mi dispiace” disse Tara “Per il tuo ragazzo. Sei sicura di non poter far nulla per…riavvicinarvi?”
Willow la fissò. “ E se ti dicessi…che sto cominciando ad interessarmi ad un’altra persona?”
Tara arrossì. “Un tuo…co-compagno di università?”
Willow scosse il capo. “Non è un uomo”
Tara arrossì ancora di più.
“Ti dirò qualcosa.” le sussurrò Willow. “Presto, molto presto. Ma ora dobbiamo preoccuparci di Buffy e del suo problema. Il legame. Non c’è modo di spezzarlo?”
Tara la fissò inclinando il capo. “Hai pensato ad Iside? E’ la protettrice dei legami. Mia madre mi diceva sempre che era anche l’unica a poterli scioglierli…dovrei avere un suo testo che ne parla, nel mio dormitorio”
“Andiamo, allora!” annuì Willow con entusiasmo.
Tara arrossì. L’idea di ricevere Willow nella sua stanza era singolarmente emozionante. Quando le ragazze arrivarono nella piccola stanzetta universitaria dove Tara viveva da sola, Willow sorrise. La piccola camera era piena di oggetti magici, e completamente dipinta di nero. Peraltro, era talmente accogliente…
“Ti preparo un tè” offrì Tara, che aveva un fornelletto da campeggio.
“Grazie” sorrise Willow, impegnata ad esplorare i libri e gli oggetti magici di Tara. La ragazza, come aveva sospettato fin dall’inizio, possedeva un’assai maggiore conoscenza dell’occulto di quanto i suoi modi tranquilli e dimessi lasciassero presagire.
“Eccolo, è qua” Tara mostrò a Willow l’illustrazione di un antico libro ereditato da sua madre, la quale discendeva da un’antica stirpe di streghe di Salem. “Iside stringe i legami…ed Iside gli scioglie”
“Ma questo vale per i legami d’amore” osservò Willow.
Tara scosse al capo. “Non esiste forza al mondo che possa sciogliere i legami di vero amore. Ma qualunque altra catena…il possesso, la convenienza, il matrimonio, e persino il legame vampirico sire – childe, può essere spezzata”
“Ma se Buffy…”
“…amasse Spike?” Tara sorrise. “In questo caso, non c’è potere al mondo che possa tenerli distante”
“Sarebbe meglio parlargliene” osservò Willow. “Lo farò stasera stessa. Ora…posso restare un po’ con te?”
Tara le sorrise di nuovo. “Certamente”
Willow bevve il tè che Tara le porgeva, sentendosi finalmente a casa.



“Voi…potete farlo?”
Gli occhi di Buffy erano grandi, e lucenti come fossero stati di vetro. Nelle ultime settimane, tutto il suo aspetto aveva assunto una qualità lievemente artificiale. La sua pelle era fredda al tatto, i suoi capelli non avevano più bisogno di tintura, i suoi occhi splendevano, e sembrava improvvisamente una donna fatta, più matura e più bella.
Non era meno bella di quanto lo fosse stata Drusilla e soprattutto, ai loro occhi, non meno vampiresca.
“Credo di sì. Se sei d’accordo, possiamo tentare. L’incantesimo ad Iside dovrebbe sciogliere il legame Sire - childe che vi unisce ancora”
Buffy sembrò riflettere.
“Allora, facciamolo” disse, senza apparente emozione. Se Dio voleva, in questo modo la sua mente si sarebbe liberata di quell’insopprimibile fardello. Il perpetuo, insistente ricordo di lui, e delle cose che avevano fatto insieme, fin dall’istante di quel loro fatidico scontro sotto il sole, nel campus.
Era passata un’altra settimana dal loro incontro al Bronze, e Buffy era uscita altre tre volte con Riley. Si erano baciati, e lui aveva incominciato, durante un loro incontro serale, ad azzardare alcuni preliminari. La prima volta Riley, sorridendo, aveva osservato come fosse fresca la sua pelle, ma Buffy non aveva sorriso affatto. Sotto le sue carezze, il suo corpo si era istintivamente teso, ma non come…
…non come con Spike. Buffy l’aveva fermato cortesemente, e lui – da perfetto gentiluomo – non era andato oltre.
Sebbene non stessero propriamente insieme, Riley cominciava a considerarsi come il suo ragazzo, ed a comportarsi di conseguenza. Le telefonava almeno una volta al giorno, e l’aspettava – quando era libero dai suoi impegni scolastici come assistente della professoressa Walsh – al termine delle lezioni. Buffy si stava affezionando a lui, per quanto affetto il suo cuore malato di vampiressa potesse provare, un cuore dove c’era posto solo per una passione devastante e senza ragione, che la stava consumando come e più della sete di sangue.
Buffy sapeva che – prima o poi – Riley avrebbe dovuto conoscere la verità.
Per cui, prima l’incantesimo che le legava il cuore veniva sciolto, meglio sarebbe stato per tutti.
“Facciamo un cerchio” suggerì Willow “E tu, Buffy, poniti al centro.”
“Devi toglierti l’anello” propose Tara. “E’ un suo pegno nei tuoi confronti, un suo dono dal potente significato affettivo. Donandoti la radice della sua invulnerabilità, è come se ti avesse donato la sua virilità”
“Ahem…in senso figurato” aggiunse Willow.
Buffy aggrottò un sopracciglio. In senso figurato? Far l’amore per ore ed ore, come affamati?
“Buffy” la rimproverò dolcemente Tara. “Tu stai pensando a lui. Devi liberarti del suo pensiero. Pensa a Riley. E’ un bravo ragazzo, ti vuole bene, e tu ne vuoi a lui”
Buffy si sforzò di pensare a Riley.
Intorno a lei, Tara e Willow cominciarono a cantare la litania ad Iside.
“Spezza il legame che hai creato…frantuma la catena…libera le parti che hai unito…”
“Buffy?” la chiamò Willow dopo un po’. “Sei andata in trance?”
“Cosa? No…credo di no. Io…è finita?”
Willow annuì soddisfatta. “Esperimento perfettamente riuscito. Il legame tra te e Spike è definitivamente spezzato”
Buffy si guardò intorno, gli occhi grandi come quelli di un cerbiatto impaurito
Sapeva che era vero. Il legame era cessato. Non sentiva più l’infinito richiamo del suo sangue.
Per il resto, si disse, ci sarebbe voluto del tempo. Tempo, e l’affetto di Riley.




“Sto molto meglio” disse Buffy a Willow, alcuni giorni dopo. “E, credimi, mi dispiace lasciare questa stanza. Stavo bene con te, qui. Era come abbiamo sempre sognato.”
“Solo, che altre cose sono cambiate, vero?” le disse dolcemente Willow.
“Già” ammise Buffy. “Ed io devo capire bene come. Grazie all’intervento tuo e di Tara, non devo più temere la vicinanza di Spike. Sto meglio. Riesco persino a dormire un po’…di mattina. Ma ora devo capire a cosa destinare questa mia…immortalità”
“La lotta per il bene non ti attira più?”
“Sì, certo” disse Buffy. “E’ proprio quello che intendo. Forse, era destino. Può darci ci fosse un piano divino per rendere la Cacciatrice immortale e così assicurare un lungo periodo di pace agli umani…”
“Umani? E’ così che ci vedi, ora?” le chiese Willow, basita.
“Non ho le idee così chiare, credimi…ma mi sento facente parte di un’altra razza. Solo che non so ancora quale.”
“Sarai un angelo” le disse Willow. “Forte, misterioso, giusto. Lotterai per il bene…e vivrai in eterno”
“E sarò eternamente sola”
“Angel…”
“Non sopporterei un’eternità di castità, credimi. Non più” sorrise Buffy.
“Ciò che conta è che non sia Spike”
“Già” disse solo Buffy, raccogliendo le sue cose. “Non sarebbe pratico vivere ancora insieme. Intendo star fuori tutte le notti, per cacciare e per difendere la Bocca dell’Inferno. E studiare. E forse ricevere Riley…se le cose tra di noi continueranno ad andar bene. Ti disturberei. E poi, così, sarai libera di vedere Oz, di passare più tempo con lui”
“Io…Oz…ho idea che non stiamo più così insieme”
“E quando sarebbe successo?” si stupì Buffy.
“Ti ricordi di Veruca? Beh, lui la guardava sempre…credo che abbiano più cose in comune di quante ne abbiamo noi. Quanto a me…ora passo molto tempo con Tara”
“Tara è un’ottima ragazza. Sono certa che sarà una buona amica per te.”
Willow arrossì. “Forse…più di un’amica”
“Ah” disse solo Buffy. “Credo di essermi distratta durante il film. Quando è successo che…insomma…ti piacciono le donne?”
“Solo negli ultimi cinque minuti…e comunque, non è ancora successo nulla. So che lei è orientata in quel senso…ma pensi che potrei piacerle?”
Buffy sorrise. “Sarebbe una stupida, in caso contrario. Stupida, cieca e sorda”
“Sono lieta di non averti sconvolto”
“Se non ha sconvolto te sapermi a cavalcioni di Spike nella sua cripta…”
“Ehy, questo Xander non me l’aveva raccontato!” esclamò Willow. “Ha visto una cosa del genere?”
“Già. Ma non si ripeterà. Non ora che voi…insomma, che il legame si è spezzato.”
“Ma a te…piaceva?” indagò Willow.
Buffy non rispose.
Aveva ancora un sacco di scatoloni da scaricare quella sera, e – soprattutto – doveva fare la spesa.
Non c’era il tempo di pensare di nuovo a Spike.



Il nuovo appartamento scovato da Buffy era nella palazzina vicina alla Lowell House, la confraternita universitaria dove alloggiava Riley. Questo non era stato certo il motivo determinante della sua scelta, ma a Riley piaceva – con tipico orgoglio maschile – pensare che così fosse.
Buffy aveva declinato l’offerta di appartamenti forniti di cucinino in favore di questo, che possedeva un piccolo giardino coperto ed una grande stanza da letto. In fondo, a lei bastavano, per ovvie ragioni, un piccolo frigo ed un microonde.
Ora, tutta sola nel suo regno, cominciava finalmente a sentirsi meglio. Avrebbe cominciato una nuova vita. In qualche modo, avrebbe fatto fronte al suo nuovo futuro, e si sarebbe costruita un destino.
Doveva farlo, o sarebbe impazzita.
Decise di fare una rapida spesa serale al centro commerciale, per comprare un po’ di lenzuola ed asciugamani, ed alcuni oggetti per la casa, in modo da arredare con un tocco un po’ più personale la grande stanza dove avrebbe passato, studiando, la gran parte delle sue giornate. Se doveva vivere per l’eternità, beh, non voleva farlo da ignorante.
Grande fu la sua sorpresa quando, tra le corsie del supermercato, intravide una familiare testa bionda.
Fu contenta di constatare che, questa volta, il solito istinto non fosse intervenuto. Spike non era più niente per lei. Non lo percepiva più come vampiro, perché ormai era anche lei una di loro, e non lo sentiva più come sire. L’aveva semplicemente visto.
Perché diavolo allora le tremavano le ginocchia?
Anche Spike la vide, e gli venne male al pensiero di quanto fosse diventata bella, da che l’aveva fatta sua.
“Hai bisogno di aiuto?” le chiese, vedendo che lei stava cercando di caricare nel carrello una di quelle librerie smontabili stile Ikea.
“Perché no” disse lei, cercando di sembrare indifferente. Spike sollevò senza fatica la grossa scatola contenente il kit di montaggio, e la mise nel carrello. Non che lei avrebbe faticato di più. Ma era per entrambi una scusa per poter scambiare quattro chiacchiere.
“E’ per la stanza che dividi con Willow?” le chiese lui.
“No. Ho preso un nuovo appartamento. Voglio stare un po’ da sola” spiegò Buffy. “Tu…vedo che stai facendo un po’ di spesa.”
“William the Bloody non fa più la spesa nei vicoli…se capisci cosa intendo”
“Perché?” chiese lei, studiandolo con attenzione. Sotto la luce dei neon fluorescenti, la loro pelle candida, senza vita, risultava ancora più marmorea del solito. Eppure, erano entrambi due magnifiche creature, fatte per stare insieme. Il nero del suo spolverino, l’argento del suo top, e la loro bellezza, maschile contro femminile, alfa – male contro alfa – female. I due predatori del branco.
Spike avrebbe voluto dirle la verità. Che ogni volta che aveva tentato di uccidere, da quando lei era stata sua, si era visto di fronte i suoi occhi dolorosi, il suo viso pallido e teso, solo apparentemente indifferente.
Ma ne andava della sua dignità.
“E’ uno sport che mi ha stancato. Trovo molto più comodo ricorrere al macellaio”
“Ne sono lieta. Ora…se non ti dispiace…”
“Aspetta!” le disse lui. “Ti posso accompagnare?”
Buffy annuì. Uscirono nella notte, e lui l’aiutò a caricare tutta la sua spesa nel vano posteriore della SUV che Buffy aveva preso in prestito dalla madre. Era strano stargli così vicino. Desiderava ancora il suo sangue…ma il legame non esisteva più, e l’incanto era spezzato. Poteva stargli vicino senza per forza dissanguarlo.
Quanto al resto…quella era tutta un’altra storia.
Parlarono del più e del meno durante tutto il tragitto. Quando furono davanti alla sua stanza, Buffy lo invitò ad entrare, e Spike scoppiò a ridere.
“Ti ringrazio…ma il tuo invito non mi serve più”
“Perché?” si incuriosì lei.
“Ormai sei anche tu…una di noi. Non c’è invito che tenga”
“Beh…accomodati lo stesso”
“E’ carino, qui”
“Sì” Buffy mise il sangue che aveva acquistato dal macellaio in due capienti tazze, e le riscaldò nel microonde. Spike si era tolto lo spolverino, e si era seduto sul divano. Accettò il sangue che lei gli porgeva, e sorrise.
“Se vuoi il mio…hai solo da chiedere”
“No, grazie” disse lei, nascondendo a mala pena il suo desiderio. “Quella volta, al Bronze…non avrei dovuto lasciarmi andare in quel modo. I miei amici si sono inquietati”
“Fai che la Scoobie Gang non si inquieti, questo è il tuo motto” ironizzò Spike. “Non credi che tu debba essere libera di essere come sei davvero?”
“E cosa sono, esattamente, Spike?” gli chiese lei, le palpebre abbassate a coprirle gli occhi.
Lui si alzò, e le venne vicino. Le mise una mano sul fianco, e lei trasalì al contatto. “Una creatura della notte” sussurrò, abbassando il capo fino a sfiorarle il capo con le labbra. “Una meravigliosa, sensuale, seducente, ammaliante, creatura della notte. Alla quale non posso fare a meno di pensare giorno e notte, sempre, con la stessa intensità, perché tu sei la mia compagna ed io ti ho creato per questo. Per averti vicino a me, per l’eternità”
Buffy si staccò da lui, improvvisamente.
“Non sono più tua”
“Sì, che lo sei. E lo sai bene”
“No.” Buffy sollevò il capo, e lo fissò. “Willow e Tara, le mie amiche, hanno spezzato il legame sire – childe che ci lega. Potrei polverizzarti in questo stesso istante. E non è detto che non lo farò”
Lui la guardò…orripilato.
“Non starai parlando sul serio?”
“Vuoi mettermi alla prova?” esclamò lei, con sarcasmo.
“Non puoi aver fatto questo. Non puoi aver acconsentito a che ci separassero”
“L’ho fatto, invece, ed era ora! Non poteva continuare così. Il nostro legame ci stava distruggendo. La mia vita non aveva più senso”
“Ne ha invece, ora, di senso?” urlò lui. “Cosa sei, adesso? Una menzogna vivente. Sei stata creata da me per amare, per vivere al massimo…e ti limiti a vegetare in una parvenza di normalità che non ti appartiene, a cui sei estranea”
“Taci!” sussurrò lei, voltando il capo.
“No” Spike si riprese il suo spolverino. “Hai fatto bene, a farlo. Che sciocco sono stato. Tenere così ad un legame tanto impegnativo…ma sì, meglio per tutti così. Sei libera. E sai che ti dico? Sono libero anch’io!”
“Spike…”sussurrò lei. Lo fermò con una mano sulla sua spalla, e lui temette che – stavolta – Buffy Summers si sarebbe davvero vendicata. Beh, sarebbe stato solo giusto. Giustizia poetica. Ed anche piuttosto ironica.
Ma lei lo attrasse a sé, tra le sue braccia, e si impadronì della sua bocca.
“No, Buffy…”
“Sì” mormorò lei. “Non resisto più”
Spike la prese per le spalle, e la spinse contro un muro. Lei gemette sotto l’assalto della sua bocca, delle sue mani, e quando lui le sollevò le gambe per farle intrecciare intorno alla sua vita, per poi affondare in lei, Buffy capì che non c’era via di uscita da quell’amore.
E che quel particolare legame non si sarebbe mai potuto spezzare.
Quel legame che nel mondo non doveva esistere, ma che era così forte, così pressante…out of this world.



5. Tutto detto, tutto fatto.


Tutto detto, tutto fatto, Spike e Buffy giacquero insieme nel suo grande letto mai usato prima, tra le lenzuola di seta viola che lei aveva acquistato da poco al supermercato, cedendo ad un impulso insensato.
Le lenzuola erano già sporche di sangue: il suo, e quello di lei, che si erano scambiati con una frenesia che aveva ricordato ad entrambi i primi tempi del loro particolarissimo ménage.
Dopo aver fatto l’amore in piedi, con i vestiti ancora indosso, si erano spostati in bagno, dove si erano amati sotto una doccia bollente, che avrebbe ustionato chiunque non fosse già stato morto, ma che aveva gradevolmente riscaldato la loro pelle fresca. L’acqua aveva attutito le grida di piacere di Buffy, e le altrettanto rumorose manifestazioni di Spike. Poi, si erano asciugati, Buffy aveva fatto il letto con le lenzuola nuove di zecca, ed avevano ripreso ad amarsi tra quei cortinaggi color ametista, della stessa sfumatura di quelli che lui aveva nella sua cripta.
Ora, esausti, stravolti dalla perdita di sangue, e dall’ingestione di quello altrui, fissavano entrambi il soffitto del piccolo appartamento, mentre la notte sussurrava fuori dalla finestra aperta.
Spike non riusciva ancora a crederci. Possibile che avesse tanta poca dignità da cedere alle sue voglie, ed alle proprie, dopo quello che lei aveva fatto? L’aveva rinnegato, aveva rinnegato tutto quanto c’era stato tra di loro…e lui era di nuovo tra le sue gambe, come se nulla fosse.
Il vampiro era furioso con se stesso.
“Dove stai andando?” gli chiese Buffy, scivolando di nuovo nel volto della caccia. Qualcosa nella sua postura, rigida e tesa, le suggeriva la sua rabbia.
“Via di qui. Non sono un maledetto stallone.”
“Non ho mai pensato che lo fossi”
“Mi pare il contrario. Ci hai rinnegati, Buffy. Cosa vuoi ancora da me? Altro sesso? Sangue? Rivolgiti al tuo ragazzo, quel Riley. Sono certo che, muscoloso com’è, sarà in grado di soddisfarti”
Buffy si voltò, e lo schiaffeggiò, tornando poi al suo volto normale.
“Sei un bastardo” gli disse, gli occhi pieni di lacrime. “E’ tutta colpa tua. Non ho chiesto io di essere trasformata in questa cosa immonda…e non ti ho chiesto io di sedurmi. Se tu mi avessi ucciso, e basta, nulla di tutto questo sarebbe accaduto!”
“Non potevo fare a meno di te” le confessò Spike. “E non potevo aspettare che tu mi accettassi nel tuo mondo. Ti volevo, e non avevo altra scelta”
“Che tu sia maledetto! Hai rovinato la mia vita, ed ora osi insultarmi!”
“Io ti insulterei? Solo perché mi rendo conto che mi stai usando come si usa una puttana?”
Buffy tacque. “Hai ragione” disse dopo un attimo. “Ti ho usato. L’altra sera, al Bronze, e stanotte. Ma è finita. Stavolta è veramente finita. Esci dalla mia vita, una volta per tutte. I cinque minuti delle scuse da parte mia sono scaduti”
Spike raccolse la sua roba, ancora completamente nudo e furioso.
Ed in quel momento il campanello della porta squillò.



Buffy e Spike si fissarono. Nessuno dei due indossava un solo capo di vestiario.
“Aspettavi qualcuno? Chiunque sia avrà una bella sorpresa…”
“Ti prego, vattene” implorò Buffy.
“Ti vergogni di me, amore?” le chiese Spike, con un sorriso, ma i suoi occhi erano ancora pieni di ira e delusione. “Peccato. Credo che dovrai affrontare le conseguenze della tua indecisione. Fuori o dentro. Con me o senza di me.”
Buffy scosse il capo. Non gliel’avrebbe data vinta, implorandolo di scappare dalla finestra.
Spike si chiuse misericordiosamente in bagno, e Buffy indossò velocemente una t – shirt, chiudendo dietro di sé la porta della camera da letto. Non fu sorpresa di trovarsi di fronte Riley.
“Stavi…dormendo?” le chiese lui, soffermandosi con lo sguardo sulle sue gambe nude, sui suoi capelli in disordine, e sul suo viso sul quale evidentissimi erano i segni della sua passione. Ma ciò che davvero attrasse l’attenzione di Riley fu la vistosa ferita sul collo della ragazza, dove un po’ del suo sangue si era rappreso.
“No” rispose lei. “Riley, non è un buon momento”
Riley indicò la ferita. “Qualcuno ti ha…aggredita?”
Buffy lo fissò chiedendosi cosa poteva dirgli.
“Se aspetti un istante, mi vesto e ti accompagno fuori. Potremmo fare una passeggiata. Io…devo parlarti”
Riley annuì. Buffy richiuse la porta, e si voltò per affrontare Spike.
“Mi dispiace” gli disse.
Il vampiro indurì la mascella.
“Di cosa? Di essere venuta di nuovo a letto con me?”
Buffy si arrabbiò di nuovo.
“Tra le altre cose” rispose, a denti stretti. “Ti consiglio la finestra”
Spike la fissò, un’ultima volta, e le si avvicinò. Le mise una mano sulla guancia, e la guardò con i suoi profondi occhi blu, dietro ai quali Buffy non sapeva mai davvero leggere. “Dimenticati di me. Se ti riesce”
Buffy chiuse istintivamente gli occhi, aspettando un bacio.
Ma lui era già sparito.




“Eccomi qua” disse la ragazza, chiudendo la porta a chiave e prendendo il braccio di Riley. Aveva indossato in fretta un paio di jeans ed una camicetta bianca, e si era pettinata i capelli in una coda di cavallo. Nonostante il suo volto fosse privo di trucco, era più bella – e più pallida – che mai. Riley l’adorava.
Ma Riley non era stupido. E cominciava seriamente a temere la chiacchierata che lo attendeva.
Passeggiarono un po’ lungo l’argine del piccolo fiume che costeggiava il campus. “Ti chiederai perché non ti ho fatto entrare in casa, prima”
“Sì, effettivamente me lo stavo chiedendo” sorrise lui.
“Non ero sola”
“L’avevo intuito”
“Ero con…Spike”
“Quel ragazzo dell’altra sera? Al Bronze?”
“Esattamente”
“Credevo che fosse una vecchia fiamma dei tempi della scuola superiore” disse Riley.
“In verità, no. Sì, ci conosciamo da anni, ma siamo diventati intimi solo negli ultimi mesi. Io…lui….oh, mio Dio, non so da dove cominciare”
“Dall’inizio” mormorò Riley, con la voce che gli si spezzava.
“Credi ai vampiri?” disse Buffy.
E qui, Riley la stupì.
“Sì”
Buffy lo fissò, sconvolta. E lui sorrise.
“Ho anch’io i miei segreti, Buffy, e per ora ti basti sapere che credo ai vampiri, all’esistenza delle forze del male, e di molte altre stranezze che per secoli hanno popolato fiabe e leggende.”
“Riley…quello che ti dirò resterà un segreto?”
“Te lo giuro”
“Sono un vampiro”
“E’ impossibile” replicò Riley. “Circoli di giorno”
“L’anello…quell’anello antico che ammiravi l’altro giorno. E’ la gemma di Amara. Consente ai vampiri di resistere al sole…e di essere invulnerabili”
Riley l’osservò. Ripensò alla strana freddezza della sua pelle al tatto, alla sua bellezza trascendentale, ai cambiamenti che lei aveva subito da alcune settimane a quella parte…
“Da quando?” le chiese.
“Da circa due mesi.”
“E…”
“E’ stato lui a vampirizzarmi. Spike è il mio sire”
“Perché?” chiese Riley.
“Perché io sono la Cacciatrice, e lui aveva giurato di uccidermi. Invece, mi ha trasformata e mi ha tenuto con sé. Però, qualcosa non è andato secondo le previsioni. Non ho perso la mia coscienza, il mio senso del bene e del male…e non uccido. E Spike è stato mosso a pietà dalla mia tristezza, e mi ha restituita ai miei amici”
“Quel bastardo!” esclamò Riley nel silenzio della notte. “Ti ha tolto tutto quello che possedevi, e secondo te ti ha anche fatto un favore?”
“Non lo so.” ammise Buffy. “I primi tempi mi sembrava di impazzire. Il legame con lui era troppo forte, bramavo il suo sangue, la sua presenza…e, sì, anche il sesso con lui. Poi, Tara e Willow hanno spezzato il nostro legame sire – childe, ed io sono rifiorita. Solo che…mi basta vederlo, e ricado nelle vecchie abitudini. Sesso e sangue”
Riley non parlò.
“Ti ho sconvolto?” disse lei. “Mio Dio, come devi detestarmi…”
“Non ti detesto affatto” disse infine lui. “Sei solo una vittima, e lui è un assassino. Sei preda di una specie di sindrome di Stoccolma: ti sei affezionata al tuo stupratore, a colui che ti ha vampirizzato. E’ una reazione psicologica normale. Puoi guarire.”
“Non si guarisce dal vampirismo” disse lei, malinconicamente.
“Non era questo che intendevo” replicò Riley. “Voglio dire, puoi guarire dalla dipendenza da Spike. Se l’incantesimo delle tue amiche non è abbastanza forte, ne proveremo degli altri. Riusciremo a staccarti da lui definitivamente.”
Lei lo fissò.
“Come fai a sapere tutte queste cose?”
Riley le sorrise. “L’esercito degli Stati Uniti studia da tempo questi fenomeni. Buffy, non sei l’unica a combattere le forze del male”
Buffy tremò.
“E cosa sono adesso, per te…una forza del male? Un demone? Una bestia immonda?”
Riley non rispose subito.
“Guarirai” le disse poi con voce distante. “Ci sono persone che possono aiutarti, e la professoressa Walsh è una di queste”
Non ci voleva una laurea in psicologia per capire che per Riley Finn, onesto ragazzo dello Iowa, esistessero solo il bianco ed il nero e che lei, dopo le sue confessioni, fosse impietosamente scivolata nella seconda categoria.
Conclusero la loro passeggiata in silenzio, e Buffy si ritrovò a pensare ai due mondi ai confini dei quali abitava.
Quello della luce, e quello della tenebra. Il nero e l’argento.
E sembrava che, in fondo, non appartenesse davvero a nessuno dei due.
Che cosa le restava?


5. Cercando.


“E così, Riley conosce i vampiri?” si stupì Willow. “Ed ha detto che l’esercito sta studiando il fenomeno? E che la professoressa Walsh potrebbe aiutarti?”
“Così pare” rispose Buffy, passeggiando alcune sere più tardi nel campus, i paletti a disposizione dentro la cintura dei jeans. Tara e Willow erano state al cinema insieme, l’avevano incontrata per strada, ed avevano quindi deciso di tenerle compagnia per un tratto. Buffy notò felice che le due ragazze si tenevano per mano.
“Ti fidi di loro?” le disse Tara, come sempre la più intuitiva delle due.
“No” disse Buffy. “Non è colpa sua, l’ha detto con le migliori intenzioni…ma mi ha fatto sentire quasi sporca. Sbagliata”
“Non hai colpa di nulla, Buffy.”
“Lo so.”
“E non è peccato andare a letto con chi si vuole” aggiunse Tara. Le altre due ragazze la fissarono, sorprese. Tara illustrò il suo originale punto di vista. “Credimi, io so cosa significa sfidare le convenzioni. Se desideri Spike…perché no? Ormai il male è fatto. Forse, siete ancora in tempo a costruire qualcosa di buono. Tu vivrai e lotterai in eterno…avrai bisogno di un compagno forte, che si prenda cura di te e ti sostenga. Potresti altrimenti pagare a caro prezzo l’effimero amore di un umano”
Willow fu ancora più stupita di Buffy. “Tara…pensi davvero che Buffy dovrebbe cedere alla sua attrazione per Spike? E’ tutta colpa sua!”
“Se lo desidera, perché no! Vorresti che la persona che ti ama rinunciasse a te solo per degli stupidi pregiudizi?”
Oh, qui la faccenda stava diventando personale e scottante!
Buffy si allontanò da loro, immersa nei suoi pensieri, mentre Tara e Willow finalmente si confrontavano con le loro emozioni.
“Io non potrei mai rinunciare a te, Tara” mormorò Willow. “Non mi importa se non mi vuoi. Ti sarò amica. Solo, ti prego, non lasciarmi…”
“Willow” mormorò Tara, con le lacrime agli occhi. “Sapessi quanto ho atteso questo momento…”
Willow si avvicinò, ed assaporò con un lieve bacio le lacrime che ornavano i begli occhi grigi di Tara, il suo morbido viso di madonna rinascimentale. E poi, con coraggio, le sue labbra sfiorarono la sua bocca piena, in una carezza piena di promesse.
Chiudendo gli occhi, e sospirando, Tara e Willow si scambiarono il loro primo, tenero, memorabile bacio.




Sentendo ancora nelle orecchie le parole liberatorie di Tara, Buffy arrivò fino al Restfield. Il cancelletto della cripta di Spike era aperto, e lei entrò senza bussare. Harmony sobbalzò sulla sua poltrona quando la cacciatrice entrò.
“Sei venuta a vendicarti?” esclamò la vampiressa, con tono melodrammatico.
“Rilassati” commentò Buffy. “Dov’è Spike?”
“Ah…” Harmony sorrise. “Meno male. Spike non abita più qui. E’ andato via la notte stessa in cui tu sei andata via”
Con suprema pazienza, Buffy si limitò ad inarcare un sopracciglio. “ Ed ora dove abita?”
“Fuori città. In una vecchia fabbrica abbandonata. Dove era già stato con Drusilla”
“Ricordo il posto” commentò sinteticamente Buffy. “Ah…Harmony. Quel look è così datato. Fossi in te, cercherei di aggiornarlo.”
Buffy cercò di non pensare ai brutti ricordi che la fabbrica le evocava. Spike, Drusilla…ed Angel, il giorno del suo diciassettesimo compleanno. E la notte…pensò solo a Spike. Ed alla finestra di azzurro che le parole di Tara le avevano improvvisamente aperto dentro.
Lo trovò da solo, che guardava la televisione, una bottiglia di bourbon in mano.
“Cacciatrice” le disse solo, ed era palesemente ubriaco.
Buffy lo stese con un pugno.
Quando Spike si risvegliò, era disteso tra lenzuola di seta viola, in un bell’appartamento dai mobili nuovi e le tende spesse.
Buffy era di fronte a lui, adorabile in una camicia da notte di sangallo ricamato, sebbene fuori fosse già giorno.
“Ce n’è voluto di tempo” rise lei. “Benvenuto tra di noi”
“Io…cosa?”
Buffy lo costrinse a stendersi di nuovo. La testa gli girava: era da parecchio che non prendeva una simile sbornia.
“Ti leggo le regole della casa” gli disse Buffy. “No alcool. No sigarette. No sangue umano. Fila dritto, ed io e te andremo d’accordo. Tra le cose positive? Ho fatto mettere la TV via cavo”
“Eh?” le chiese il vampiro, stupito.
“Ah…dimenticavo. Il mio sangue è gratis, e sempre a disposizione. Come il mio corpo”
A dimostrazione, Buffy si tolse la camicia da notte della nonna, tutta di pizzi bianchi, e rimase completamente nuda, e meravigliosa, davanti ai suoi occhi esterrefatti. Si mise a cavalcioni su di lui, e gli accarezzò le braccia, legate con un paio di manette alla testiera di ottone del letto mentre dormiva.
“Perché dobbiamo stare nella notte?” gli chiese sorridendo, agitandosi lievemente su di lui, e godendo nel sentirlo risvegliarsi a nuova vita. Sollevando il bacino, Buffy si abbassò dolcemente su di lui, prendendolo fino in fondo, e facendo gemere entrambi per la forza della sensazione. “Io amo il giorno. Abbiamo la gemma. Abbiamo noi stessi. Separati non possiamo stare, è evidente…ed allora uniamoci…se io lotterò per il bene, tu mi aiuterai, ed insieme daremo un senso a tutto questo che ci è accaduto. E se lo faremo, non sarà stato un peccato…non credi?”
“Ah – ah” rispose Spike, incapace di formulare un pensiero più coerente, mentre lei si muoveva piano su di lui alla ricerca dell’angolazione migliore, acuendo la sua dolce agonia.
“Sono lieta che tu sia d’accordo con me” continuò lei, accarezzando con la mano la base della sua virilità, mentre lui si tendeva dentro di lei, incapace di resisterle. “Perché, sai, ci ho pensato parecchio. Il mondo degli umani non è più il mio mondo, ma non appartengo neanche alle tenebre. Allora, io e te cercheremo il nostro mondo. E lo creeremo a nostra immagine e somiglianza…così!”
Lei accelerò il ritmo, e Spike venne, incapace di trattenersi.
Sorridendo, Buffy si chinò per baciarlo.
“Qualcosa in contrario?”




“Buffy?” le chiese lui, dopo, la testa di lei sul suo petto, entrambi meravigliosamente abbandonati.
“Uhm?”
“Sulle sigarette non potremmo scendere a patti? Un pacchetto al giorno, che ne dici?”


Epilogo.


Il Bronze era affollato come ogni venerdì sera, quando la coppia di vampiri fece il suo trionfale ingresso. Entrambi vestiti di pelle nera, entrambi biondi, la loro bellezza possedeva una nota trascendentale, un fascino tali da far girare le teste al loro passaggio. Lui era vestito di nero, con un lungo spolverino di pelle consunta, e lei aveva una giacca lunga di pelle nera su di un miniabito nero, con stivali di velluto con i tacchi alti, ed una massa luccicante di capelli biondi sciolti sulle spalle.
Non degnarono gli altri frequentatori del locale di un’occhiata. Si diressero a passi lunghi, da predatori, verso la pista da ballo, e lì lui la prese per la vita. Buffy appoggiò la testa sulla sua spalla, e cominciò a danzare al ritmo dolce ed insinuante della musica.
Avevano già cacciato, quella sera: tre vampiri e due demoni, giù nei sette cimiteri della città, ed una coppia di balordi umani messi in fuga. Ora, era dolce abbandonarsi alla musica, prima di tornare a casa, ed al loro comodo letto.
La notte era ancora lunga e, sebbene a modo loro, erano due autentiche creature dell’oscurità. Anche se Buffy e Spike, e questo tutti lo sapevano sulla Bocca dell’Inferno, vivevano solo secondo le proprie regole.
Buffy sorrise: i suoi amici erano tutti lì, quella sera, vicini a lei, eppure così diversi. Tara e Willow, perse nella dolcezza del loro giovane amore, Xander ed Anya. Ma la diversità non impediva l’affetto, e la compassione. E persino Riley ne stava mostrando, perché si avvicinò a lei, e le chiese dolcemente di ballare.
Buffy si staccò con un istante di rimpianto da Spike, e rovesciò il capo per guardare meglio negli occhi l’uomo che avrebbe anche potuto essere il suo …se solo il disegno del destino non fosse stato così radicalmente diverso e bizzarro.
“Ho parlato con la Walsh” le disse Riley. “Sia tu che il tuo…vampiro, siete al sicuro. Nessuno intralcerà le vostre attività di difesa dei civili, e nessuno dei miei ragazzi vi attaccherà. Te lo giuro”
“Grazie” sorrise lei. “Avevo sempre saputo che avremmo potuto essere amici. Ora, so che siamo anche alleati in questa lunga guerra.”
Lui arrossì. Lei era sempre più bella.
“Sembri una principessa. Quasi mi dispiace dirlo, ma non sei mai stata così bella, così felice. Se è lui a renderti tale…non mi resta che accettarlo”
Buffy si sollevò sulla punta dei piedi, e gli sfiorò le labbra con le sue, e lui ancora una volta si stupì di quanto fossero fredde.
E poi, lei si allontanò verso il suo vampiro, intrecciò le dita alle sue, ed insieme si allontanarono nella notte.


FINE





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